Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ilcaospassaportinonfiniscemai «Disastroperleattivitàturistiche»
Prenotazioni impossibili in quasi tutto il Veneto. Le agenzie di viaggio: è un’emergenza
Ore 12 di venerdì 23 febbraio. Proviamo a prenotare un appuntamento per il passaporto. L’unica procedura ammessa è quella on line, il solo modo per utilizzarla è sapersi destreggiare con il famoso Spid o le credenziali della carta d’identità elettronica. Iniziamo dalla questura di Vicenza: la pagina visibile sul pc restituisce la stessa risposta che abbiamo letto da almeno due mesi a questa parte: «La sede non offre al momento disponibilità di appuntamento».
Saremo forse sfortunati. Magari in altri capoluoghi va meglio? A Verona no. Alla stessa richiesta corrisponde uguale risposta: non ci sono date disponibili. Padova illude: per un attimo appare una finestra per il primo marzo, scadenza ravvicinatissima. Wow! Ma è solo questione di pochi secondi: basta cliccare sulla richiesta di conferma e la schermata successiva ci informa che c’è un «errore», aggiungendo il solito messaggio: «Non ci sono appuntamenti disponibili». Nel Veneziano il carnet sembra ricco, ci sono vari commissariati in elenco, oltre alla questura centrale: nella migliore delle ipotesi si può acchiappare come prima data il 13 giugno (ma a Jesolo. Per il centro storico lagunare se ne parla non prima del 29 luglio). A Treviso succede che si manifesti, come un lontano miraggio, la data del 22 gennaio del 2025: chi non deve partire nei prossimi mesi magari potrebbe accontentarsi e arraffarla.
Ma attenzione, non è mica finita qui. Racconta Giancarlo
Reverenna, presidente regionale della Fiavet, la federazione che associa circa 200 agenzie di viaggio in Veneto, insomma uno del mestiere: «Può succedere che riesci finalmente a operare all’interno dell’appuntamento disponibile, compili i campi on line, carichi i documenti, ma in coda a tutte le operazioni il sistema ti butta fuori e non hai combinato niente, perché c’è qualcuno più svelto di te che ti ha anticipato e ha già concluso le procedure». «È come il clic day per le badanti. È frustrante e noi capiamo perfettamente il cittadino», sospira Girolamo Lacquaniti, che è il questore vicario di Verona ma parla nella veste di rappresentante dell’Associazione Funzionari di Polizia.
C’è tutto un fiorire di chiacchiere e passaparola, come certi consigli semi-clandestini sugli orari più opportuni per collegarsi con il pc e acchiappare finestre disponibili: «Meglio tra le sette e mezza e le otto del mattino, dopo spariscono subito» è la voce che gira a Vicenza. Non è leggenda, invece, che ci siano stati accaparramenti stile bagarinaggio, una sorta di business degli appuntamenti on line, che in linea teorica si possono ottenere più volte e per più persone con la stessa identità Spid o Cie. È emerso, ad esempio, a Milano e Piacenza. E anche in Veneto sono scattati, e sono in corso, controlli.
La vicenda è nazionale - così come nazionale, e unica, è la gestione on line delle prenotazioni - e sta tornando a mobilitare tutte le organizzazioni di categoria del turismo, che hanno diffuso tre giorni fa un appello al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «Il nodo dei tempi di rilascio o rinnovo dei passaporti, a due anni dall’uscita dell’emergenza Covid, rimane purtroppo scandalosamente inaccettabile. Il tempo passa, ci si stanca di segnalare e chiedere soluzioni».
Le associazioni hanno ricordato anche i danni: «Secondo una stima effettuata, i tempi lunghi o lunghissimi per ottenere o rinnovare un passaporto hanno mandato in fumo, nel biennio 20222023, 167 mila viaggi internazionali per un giro d’affari di 300 milioni di euro». E se serve una conferma su scala regionale, ecco ancora la voce di Giancarlo Reverenna della Fiavet: «È un disastro. Le nostre agenzie di viaggio vivono in uno stato perenne di emergenza». Più o meno tutte le questure in Veneto assicurano che, in casi di urgenza, basta dimostrare via mail o pec l’urgenza del viaggio per avere garanzia di passaporto in tempo utile, soprattutto se si tratta di questioni di salute o lavoro. Ma il nodo è proprio questo: perché il servizio non funziona in via ordinaria, come è sacrosanto diritto di ogni cittadino? A fine pandemia la giustificazione era stata quella del «rimbalzo» dopo i l cong e l amento da lockdown, la scusa però non regge a distanza di due anni. Ma secondo Lacquaniti il fenomeno non è più passato: «Pensavamo che dovesse passare l’ondata post-Covid, invece la domanda si è stabilizzata sì, ma a livelli altissimi. C’è un’ansia all’accaparramento, testimoniata dai tantissimi passaporti in giacenza, quelli che la gente poi non viene neanche a ritirare: solo a Verona sono centinaia. È successo anche che qualcuno comprasse biglietti aerei low cost di sola andata pur di giustificare una richiesta urgente di passaporto. Noi comunque stiamo cercando di aiutare i cittadini».
Ma aggiungere personale dedicato non è un’idea che i questori si possono far venire? «Dipende, perché se si sposta un poliziotto a quelle mansioni, è un agente che viene a mancare ad esempio per le attività di ordine pubblico e per la sicurezza. E poi c’è un limite fisico che riguarda le macchine stampatrici dei passaporti: più di tanto non possono produrre quotidianamente». La soluzione, insomma, sembra tutt’altro che a portata di mano.
Reverenna (Fiavet) Trovare una data per l’appuntamento èmolto difficile, e se si trova può rivelarsi inutile
Lacquaniti (Anfp) Il boomdi richieste non è mai passato: c’è una corsa ad accaparrarsi il documento