Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Domani l’addio a Gheller con Zaia e Lanzarin «Lo vedo correre libero»

La sorella: «Mi sento sola, ho perso ilmio punto di riferiment­o»

- Barbara Todesco

È atteso anche il presidente della Regione Luca Zaia, domattina a Cassola, per l’ultimo saluto a Stefano Gheller, il 51enne affetto da una gravissima forma di distrofia muscolare, simbolo della battaglia per il fine vita, scomparso giovedì dopo un lungo ricovero al San Bassiano. Ai funerali, che si terranno alle 10 nella chiesa parrocchia­le di San Giuseppe, hanno già annunciato la loro presenza anche l ’ assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin e l’ex sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, oltre a numerosi esponenti dell’Associazio­ne Coscioni. Con tutti loro, come con il vescovo emerito di Vicenza Beniamino Pizziol, che officerà la cerimonia, Stefano Gheller aveva portato avanti battaglie fondamenta­li per vedere migliorata la vita delle persone affette da malattie invalidant­i e degenerati­ve e per il rispetto dei loro diritti.

Nelle ore successive alla sua scomparsa sono state tantissime le persone che hanno fatto sentire la loro vicinanza alla sorella Cristina, affetta dalla stessa patologia degenerati­va, ereditata dalla madre. «Con la scomparsa di Stefano mi sento sola perché ho perso il mio punto di riferiment­o - spiega - ma mio fratello ha smosso il mondo e mi ha lasciato in eredità tantissime persone che gli erano vicine e che ora resteranno accanto a me». Cristina non ha dubbi: Stefano aveva ancora tanta voglia di vivere e tantissime cose da fare. «Fino a pochi giorni prima di andarsene - spiega - mi aiutava ad organizzar­e i nostri impegni e sono sicura che se avesse potuto scegliere sarebbe ancora qui accanto a me». «Non so se in questo momento sia felice - continua - ma lo immagino correre libero, magari su una spiaggia al mare. E soprattutt­o lo immagino assieme a nostra madre che amava tanto».

Di certo Stefano Gheller ha lasciato un segno. Ha insegnato a molti a lottare per i loro diritti. Lo dimostrano le parole scritte nelle ore successive alla scomparsa del cinquantun­enne da Matteo Faresin, l’ex calciatore che dalla primavera del 2019 combatte contro la sclerosi laterale amiotrofic­a e che nei giorni scorsi ha condiviso la stanza di ospedale con Gheller: «Un compagno di stanza forse più testone di me, sarebbe stata una bella sfida! - scrive Faresin rivolgendo­si all’amico scomparso -. Con tante difficoltà, avevamo trovato un modo per comunicare e ci eravamo prefissati due grandi obbiettivi: mi avevi promesso che quando saresti tornato a casa, avresti contattato direttamen­te Luca Zaia. Ecco io non ho tanta confidenza con lui, come te, ma ti prometto che i due obiettivi, in un modo o in un altro, li porto a casa». E così, seguendo quando gli aveva trasmesso Stefano, Matteo Faresin ha deciso di rivolgersi al governator­e, all’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin e al direttore generale dell’Usl 7 Pedemontan­a per chiedere loro di poter essere sottoposto agli esami radiologic­i direttamen­te nella propria abitazione, a domicilio, senza dover raggiunger­e con estrema difficoltà le sedi ospedalier­e. Una proposta che Faresin lancia per tutti i pazienti allettati dell’Usl Pedemontan­a: « Io e Stefano Gheller - scrive parlando come se l’amico fosse in vita - abbiamo troppa voglia di realizzare questo obiettivo. E poi, pensiamo sia un motivo di vanto e orgoglio per l’Usl non credete?». Insomma, Stefano Gheller ha fatto scuola.

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Insieme Stefano Gheller, morto giovedì a 51 anni, con Luca Zaia e l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin

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