Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Furti e rapine, varato un bando per dotare i negozi di telecamere

L’Ascomeroga un fondo da 130mila euro: «Copriràmet­à della spesa sostenuta dai titolari»

- Federico Murzio

I commercian­ti si rimboccano le maniche. La spinta, in tema di sicurezza, è data dal silenzio degli stessi in seguito alla domanda posta qualche mese fa da prefettura e questura. Le quali, davanti a porte di legno d’anteguerra scassinate o serramenti forzati ancora più vecchi, chiesero: «Ma voi cosa fate per difendervi?». Si parla naturalmen­te di difesa passiva, che va dalle porte blindate alle telecamere. Il risultato dell’imbarazzo iniziale si sta traducendo in un bando della Camera di Commercio per incentivar­e l’installazi­one di nuovi impianti di videosorve­glianza e antirapina. L’agevolazio­ne, spiega il presidente di Confcommer­cio Nicola Piccolo, «si tradurrà in una copertura di almeno metà della spesa sostenuta dall’operatore». Il valore del bando, oggi, sembra fermarsi a 130 mila euro. Fermo restando che «raccoglien­do risorse dagli avanzi di bilancio potremmo arrivare a

250 mila euro, la cifra che riteniamo idonea per definire l’efficacia dell’iniziativa» aggiunge Piccolo. Il quale porta l’esempio di una spesa media. «Un impianto basico senza particolar­i collegamen­ti - osserva - va dai duemila ai 2.500 euro d’imponibile per un una struttura di vendita di circa 70 metri quadri». Questo per quanto concerne la videosorve­glianza. L’idea dei collegamen­ti dei sistemi di video allarme antirapina avviene invece sulla scorta di un protocol lo f i rma to l a s cor s a settimana a Roma tra il ministero dell’Interno e Confcommer­cio nazionale. Ernesto Boschiero, direttore di Confcommer­cio Vicenza, mette le mani avanti a fronte all’ampio ventaglio di «aspetti burocratic­i, legate anche alla privacy per clienti e dipendenti, che la videosorve­glianza e l’antirapina comportano. Ci sono elementi tecnici da definire».

L’iniziativa è parte di un pacchetto di proposte (sportello sicurezza, un numero dedicato alle segnalazio­ni, l’istituzion­e di un fondo franchigia con il Comune, per esempio) che Confcommer­cio ha messo nero su bianco nelle ultime settimane. E se da un lato il bando videosorve­glianza offre un cambiament­o di approccio anche nei rapporti con le istituzion­i (pochi mesi fa i commercian­ti chiesero di fatto fondi pubblici per incrementa­re gli impianti nelle loro attività private), dall’altro il bando ha anche altri risvolti. Il primo parla della circostanz­a che avendo per criterio i codici Ateco (una sequenza alfanumeri­ca che identifica un’attività economica) al bando potranno partecipar­e non solo le piccole botteghe ma anche i «mass market», le catene per intenderci, che tradiziona­lmente hanno alle spalle risorse economiche maggiori. Il secondo risvolto parla dei collegamen­ti antirapina, che consentira­nno interventi delle forze dell’ordine pressoché in tempi brevi. E contestual­mente consentira­nno un monitoragg­io puntuale di questa tipologia di crimine. Che non sempre è denunciata.

L’iniziativa

Fa parte di un pacchetto di proposte contro il fenomeno della criminalit­à in città

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Il nodo sicurezza Tiene sempre più banco sia in centro sia in periferia

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