Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Borgo Berga, l’imbuto che blocca la ferrovia in caso di alluvione E terrà in scacco ilTav
L’alta velocità non prevede interventi in zona
A Borgo Berga scorrono sotto la linea ferroviaria, a distanza di pochi metri, il Bacchiglione e il Retrone. È uno dei punti più delicati della Milano-Venezia e da lì si diramano anche le braccia verso Schio e Treviso. Ieri, uno dopo l’altro, il traffico su queste linee è stato sospeso: sulla Milano-Venezia, sulla Vicenza-Schio e sulla Vicenza-Treviso. Un unico intersecarsi di ritardi, soppressioni di convogli, di dirottamenti di persone e merci riuscito solo in una minima parte.
I disagi hanno toccato, compromettendolo, uno dei corridoi ferroviari strategici per il Paese e di fatto per l’Eucirca ropa. E quando si parla di corridoi ferroviari strategici, oggi si parla soprattutto di trasporto alta capacità/alta velocità. Il tallone di Achille di un progetto, la Verona-Vicenza-Padova e del corridoio Mediterraneo del valore di
7 miliardi di euro, è qui, a Borgo Berga. Il progetto del secondo lotto, l’Attraversamento Vicenza (2,2 miliardi), non prevede interventi infrastrutturali o idraulici nel tratto che va dalla stazione ferroviaria in viale Venezia al bivio
Schio- Treviso passando quindi per Borgo Berga. Il che significa almeno due cose. La prima, che rimasto uguale da almeno duecento anni questo breve tratto è destinato a rimane tale per altrettanti, considerato che è l’unico pezzo che non sarà toccato dalle progettualità Tav. La seconda traduce l’idea che un progetto miliardario avrà i suoi limiti nella tenuta dei fiumi durante una pioggia particolarmente intensa e prolungata nel tempo. E saranno limiti che, come accaduto ieri, influiranno drammaticamente proprio nel trasporto di persone e merci e in modo organico nell’economia. Un effet
to esattamente contrario rispetto ai desiderata di coloro che stravolgendo i tracciati originali che nel Vicentino volevano una Tav in aperta campagna, riuscirono ad ottenere il passaggio dell’Av/Ac in città.
Ventiquattro ore fa, e probabilmente lo sarà in misura maggiore oggi, in tema di infrastrutture è stato il giorno dei bacini di laminazione, le opere nate sulla scorta dell’alluvione del 2010 per proteggere paesi e città dalle esondazioni. In provincia il bacino di Montebello è aperto fin dalle 10 di martedì. Ieri, per inciso, è stata la prima volta per il bacino sul torrente Orolo,
tra Isola e Costabissara. Da Palazzo Nievo, sede della Provincia, nel corso della giornata hanno fatto sapere che «è stato alzato il livello di allerta con un massimo grado di criticità del bacino idrogeografico dell’Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone con un’allerta arancione per il bacino Basso Brenta-Bacchiglione».
Osservata speciale anche la diga di Leda a Piovene Rocchette.
Non sono stati attivati, proprio sul Bacchiglione, i bacini di Caldogno e, in città, in viale Diaz. Le criticità si sono verificate tutte sul Retrone.