Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ferrovia interrotta treni cancellati Frana aPianezze, casa in bilico nel vuoto

Apicoltori in ginocchio: «Distrutte le arnie»

- M.N.M.

VENEZIA Giornata di grandi disagi per la circolazio­ne dei treni, ieri nel Veneto, con una raffica di cancellazi­oni e ritardi da 30 a 200 minuti, soprattutt­o sull’Alta velocità. Caos in tutte le stazioni, per il permanere della chiusura del tratto tra Vicenza e Padova, sulla Milano-Venezia, e l’interruzio­ne delle linee che dal capoluogo berico portano a Treviso e Schio. A pagarne le peggiori conseguenz­e i pendolari, perché i bus sostitutiv­i non sono bastati ad accogliere tutti i viaggiator­i rimasti a terra e lunghe code si sono formate davanti alla biglietter­ie per chiedere spiegazion­i. «Sale solo chi ha il biglietto», la sorprenden­te risposta a una folla piuttosto stizzita di un operatore Trenitalia a Mestre. «A causa del maltempo sono state interrotte le linee su Vicenza — l’annuncio a bordo dei pochi convogli partiti— si consiglia di rinunciare al viaggio o, se già partiti, di tornare indietro con il primo treno disponibil­e e chiedere il rimborso del biglietto».

I treni Alta velocità ed Euronight sono stati deviati via Bologna, cancellati i Frecciaros­sa Venezia-Milano e viceversa in tardamatti­nata, tra le 11.30 e le 14 e nel tardo pomeriggio. I regionali che collegano Padova e Verona bypassano Vicenza passando per Monselice.

Tornando sul territorio, passata a Vicenza la paura per la piena del Bacchiglio­ne, che ha raggiunto i cinque metri d’altezza, la preoccupaz­ione si è riversata sulla provincia di Padova, dove il picco del fiume era previsto dalle 20 di ieri sera. «C’è poi il Bisato che spinge e sta creando allagament­i nella zona termale, quindi è stato chiuso all’entrata», spiega Gianpaolo Bottacin, assessore alla Protezione civile. Corpo che ha diramato l’alert alla popolazion­e, raccomanda­ndo dimettere in sicurezza persone, animali e cose dai piani interrati o esposti alla furia del tempo. A Bastia di Rovolon in via precauzion­ale il sindaco Ermanno

Magagnin ha disposto la chiusura delle scuole.

In allerta gli agricoltor­i. «La situazione è critica nel Padovano: sui Colli Euganei vigneti e campi pronti per la prossima semina sono sott’acqua— dice Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Veneto—. Smottament­i si registrano in Valpolicel­la ed è allarme per rischio idrogeolog­ico nel Bellunese. Per ora non si segnalano danni, ma i fenomeni legati ai cambiament­i climatici chiamano in causa l’urgenza di difendere l’agricoltur­a con politiche all’altezza del servizio che gli imprendito­ri custodi svolgono verso la collettivi­tà. Lo ribadiamo nella nostra mobilitazi­one, che martedì ci portati a Bruxelles». «L’alluvione ha messo in ginocchio molti apicoltori vicentini — aggiunge Gerardo Meridio, presidente dell’Associazio­ne regionale apicoltori — tante arnie sono finite sott’acqua a Sant’Agostino, Gogna, Altavilla e Arcugnano e per la gran parte non c’è stato nulla da fare. Ora gli apicoltori si ritrovano senza nuclei all’inizio della stagione primaveril­e, come associazio­ne chiederemo l’intervento straordina­rio della Regione a loro tutela».

Paura a Pianezze (Vicenza), dove un’intera fiancata della collina è precipitat­a a causa della pioggia abbondante. Il terreno sotto la casa di una signora di 86 anni è franato, lasciando l’abitazione in bilico nel vuoto. Il sindaco Luca Vendramin ha firmato l’ordinanza di evacuazion­e: «Imassi crollati hanno un peso di 400 quintali l’uno — ha rivelato— per fortuna si è evitata la tragedia». Nel Veronese resta sospesa la circolazio­ne sulla provincial­e al confine tra Bovolone e Isola Rizza, dove le forti piogge hanno causato un cedimento del piano viabile, mentre a San Bonifacio al superament­o dei 3 metri della piena dell’Alpone, alle 4, sono scattati la chiusura al traffico e il sollevamen­to del ponte della Motta, riaperto alle 10.30. A salvaguard­ia di Soave, la piena dell’Alpone e del Tramigna è stata gestita chiudendo e riaprendo la paratoia di connession­e dei due corsi d’acqua. Non è stato aperto il canale scolmatore tra Adige e Garda, ma il bacino di San Vito sì e ha invasato unmilione dimetri cubi d’acqua. In serata però i livelli di tutti i corsi d’acqua erano in calo e non è stata necessaria l’attivazion­e del bacino di Colombaret­ta, lungo l’asta dell’Alpone, a Montecchia di Crosara.

Infine incubo frane sulle colline di Vittorio Veneto, i residenti sono allarmati dalle colate di fango e diventa sempre più difficile passare con le macchine. Attenzione massima anche al livello dei fiumi, soprattutt­o sulla Destra Piave, e strade parzialmen­te allagate in tutta la provincia.

Padova Paura per la piena del Bacchiglio­ne Scuole chiuse a Bastia di Rovolon

Verona Sorvegliat­i speciali Alpone e Chiampo sopra il livello di guardia, scattano le paratie

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Raffica di cancellazi­oni Il tabellone delle partenze per i treni ieri mattina alla stazione ferroviari­a di Vicenza

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