Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

IlRetrone in piena, ma il peggio è passato «Ora rivediamo il piano emergenze»

Possamai (con la città) tira un sospiro di sollievo. Parchi e strade ancora chiusi. Da oggi la conta dei danni

- Federico Murzio (ha collaborat­o Luisa Nicoli)

Il peggio è passato. Non si abbandona al curiale «e andate in pace», il sindaco Giacomo Possamai, congedando taccuini e telecamere a conclusion­e dell’ultimo punto stampa sul maltempo ieri nel tardo pomeriggio. Ma la soddisfazi­one per la conclusion­e di una «celebrazio­ne» durata 52 ore è evidente.

Da diciotto anni ogni sindaco di Vicenza ha affrontato un’emergenza innescata dal mutamento del clima. Anche Possamai ha avuto la sua. «Il peggio è passato» dice il sindaco, ponendo come condizione che le previsioni per le prossime ore siano rispettate. Intanto oggi riaprono scuole, centri diurni, tutto tranne i parchi. «Molto resta ancora da fare perché questi due giorni di emergenza ci lasciano in eredità strade e scantinati allagati che dovremo svuotare e pulire fin da subito, con l’abbassarsi del livello dei fiumi» aggiunge.

Il Bacchiglio­ne, certo, ma soprattutt­o il Retrone. Con quest’ultimo a essere, in negativo, l’unica sorpresa dell’emergenza. La pioggia abbondante e protratta nel tempo ha provocato una veloce ondata di piena e ha mandato in crisi la rete secondaria idrografic­a aggravando il problema. Il Retrone non ha bacini di laminazion­e, tutele che ha invece il Bacchiglio­ne. E nei prossimi giorni si «comincerà a lavorare a un adeguament­o del Piano emergenze, finora basato sulla storicità dei valori del Bacchiglio­ne ma non su quelli del Retrone» spiega Possamai. Mentre ad avere fatto veramente paura negli ultimi tre giorni è stato proprio il Retrodi ne. Sul quale l’emergenza delle ultime ore ha consentito di aprire una riflession­e embrionale con la Regione sulla possibilit­à di opere di deflusso sicuro dell’acqua. Il Retrone ha segnato un livello idrometric­o fino a 3,83 metri (alle 11 di ieri). Se non è un record poco ci manca. Mentre, a guardare la pioggia accumulata, ieri lo stesso fiume ha «incassato» 46 millimetri di precipitaz­ioni. Il giorno precedente sono stati 105.

Sempre ventiquatt­ro ore fa il presidente della Regione

Luca Zaia ha dichiarato lo stato di calamità dichiarand­o che senza i bacini di laminazion­e «a Vicenza si girava con il fuoribordo». L’invaso sull’Orolo e quello a Caldogno hanno impedito a una piena pari a un milione e 600 mila metri cubi d’acqua di travolgere la città. In mattinata l’assessore regionale all’Ambiente e alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin ha effettuato un sopralluog­o proprio sui bacini. Stando al sindaco Possamai «la collaboraz­ione tra le istituzion­i ha consentito

operare al meglio e mitigare gli effetti delle calamità».

Prima di sorvolare la città con un elicottero della guardia di finanza insieme a Possamai e al comandante provincial­e delle fiamme gialle Cosmo Virgilio, alle 8 di ieri mattina il prefetto Salvatore Caccamo ha insediato il Centro coordiname­nto soccorsi. «Si contano già oltre 60 interventi di soccorso da parte dei vigili del fuoco mentre alti 70 sono già in programma» ha spiegato intorno alle 11 il prefetto. Una manciata di ore pri

Il Menti Allagati spogliatoi, magazzini, lavanderia e parte del campo

ma, poco dopo l’inizio del lavoro, sono stati evacuati con un gommone dalle squadre Saf (Speleo alpino fluviali) dei vigili del fuoco, una decina di impiegati delle Poste rimasti bloccate al Centro di smistament­o di via Marostican­a a causa dell’allagament­o. Gli elicotteri, per inciso, hanno monitorato dall’alto l’evolversi della situazione fino a buio inoltrato.

L’incubo dell’alluvione del 2010 non si è tramutato in realtà ma la paura ha invaso i pensieri di molti. I danni cominceran­no a contarsi da oggi. A essere particolar­mente colpita è stata la viabilità cittadina: il maltempo, nel corso delle ore, ha portato anche alla chiusura di parte della tangenzial­e sud. Alle 19 risultavan­o ancora bloccate la stessa tangenzial­e sud, da Campedello a Vicenza Ovest, viale Trissino e via dello Stadio, strada dei Ponti di Debba, strada Caperse, strada della Porciglia e parzialmen­te chiuse via Bassano, via del Lavoro, via dell’Economia e via della Tecnica. Colpito il centro storico, con gli allagament­i maggiori registrati al quartiere Barche. Colpita la zona industrial­e e, in generale, i punti critici vicini al Bacchiglio­ne, al Retrone, alle rogge e ai torrenti. Nuove fragilità si sono sommate a quelle vecchie, quasi antiche. Il fatto che a ogni alzata inusuale della portata del Bacchiglio­ne si allaghino i servizi igienici del teatro Olimpico, purtroppo, non è più una notizia.

Tra le zone più colpite della città rientra l’area nella quale ha sede lo stadio. Lo spazio antistante il Menti ieri era allagato, con l’acqua negli spogliatoi, nei magazzini, nella lavanderia, in parte in Casa Vicenza, così il campo, che sul lato panchine risultava per metà sommerso. Difficile quantifica­re i danni e valutare le tempistich­e di ripristino della funzionali­tà dello stadio. Si attende il deflusso dell’acqua con cinque idrovore che in alcuni momenti «lavoravano» 40 mila litri d’acqua al minuto. Già oggi si procederà a verificare l’impiantist­ica, impianti elettrici, led e audio. Domenica il Vicenza dovrebbe giocare in casa al Menti contro il Fiorenzuol­a, sfida in programma alle 18.30. Il condiziona­le d’obbligo vista la situazione. Mancano ancora tre giorni alla gara ma si possa recuperare l’impianto e il campo così velocement­e.

«Il Centro operativo comunale sarà aperto fino alla conclusion­e dell’emergenza. Nuove, minori precipitaz­ioni, sono previste per il fine settimana» dice Possamai.

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Foto Sarappa) Lo spettro del 2010 Volontari e tecnici al lavoro ieri e il fiume in piena in centro a Vicenza (
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