Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
IlRetrone in piena, ma il peggio è passato «Ora rivediamo il piano emergenze»
Possamai (con la città) tira un sospiro di sollievo. Parchi e strade ancora chiusi. Da oggi la conta dei danni
Il peggio è passato. Non si abbandona al curiale «e andate in pace», il sindaco Giacomo Possamai, congedando taccuini e telecamere a conclusione dell’ultimo punto stampa sul maltempo ieri nel tardo pomeriggio. Ma la soddisfazione per la conclusione di una «celebrazione» durata 52 ore è evidente.
Da diciotto anni ogni sindaco di Vicenza ha affrontato un’emergenza innescata dal mutamento del clima. Anche Possamai ha avuto la sua. «Il peggio è passato» dice il sindaco, ponendo come condizione che le previsioni per le prossime ore siano rispettate. Intanto oggi riaprono scuole, centri diurni, tutto tranne i parchi. «Molto resta ancora da fare perché questi due giorni di emergenza ci lasciano in eredità strade e scantinati allagati che dovremo svuotare e pulire fin da subito, con l’abbassarsi del livello dei fiumi» aggiunge.
Il Bacchiglione, certo, ma soprattutto il Retrone. Con quest’ultimo a essere, in negativo, l’unica sorpresa dell’emergenza. La pioggia abbondante e protratta nel tempo ha provocato una veloce ondata di piena e ha mandato in crisi la rete secondaria idrografica aggravando il problema. Il Retrone non ha bacini di laminazione, tutele che ha invece il Bacchiglione. E nei prossimi giorni si «comincerà a lavorare a un adeguamento del Piano emergenze, finora basato sulla storicità dei valori del Bacchiglione ma non su quelli del Retrone» spiega Possamai. Mentre ad avere fatto veramente paura negli ultimi tre giorni è stato proprio il Retrodi ne. Sul quale l’emergenza delle ultime ore ha consentito di aprire una riflessione embrionale con la Regione sulla possibilità di opere di deflusso sicuro dell’acqua. Il Retrone ha segnato un livello idrometrico fino a 3,83 metri (alle 11 di ieri). Se non è un record poco ci manca. Mentre, a guardare la pioggia accumulata, ieri lo stesso fiume ha «incassato» 46 millimetri di precipitazioni. Il giorno precedente sono stati 105.
Sempre ventiquattro ore fa il presidente della Regione
Luca Zaia ha dichiarato lo stato di calamità dichiarando che senza i bacini di laminazione «a Vicenza si girava con il fuoribordo». L’invaso sull’Orolo e quello a Caldogno hanno impedito a una piena pari a un milione e 600 mila metri cubi d’acqua di travolgere la città. In mattinata l’assessore regionale all’Ambiente e alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin ha effettuato un sopralluogo proprio sui bacini. Stando al sindaco Possamai «la collaborazione tra le istituzioni ha consentito
operare al meglio e mitigare gli effetti delle calamità».
Prima di sorvolare la città con un elicottero della guardia di finanza insieme a Possamai e al comandante provinciale delle fiamme gialle Cosmo Virgilio, alle 8 di ieri mattina il prefetto Salvatore Caccamo ha insediato il Centro coordinamento soccorsi. «Si contano già oltre 60 interventi di soccorso da parte dei vigili del fuoco mentre alti 70 sono già in programma» ha spiegato intorno alle 11 il prefetto. Una manciata di ore pri
Il Menti Allagati spogliatoi, magazzini, lavanderia e parte del campo
ma, poco dopo l’inizio del lavoro, sono stati evacuati con un gommone dalle squadre Saf (Speleo alpino fluviali) dei vigili del fuoco, una decina di impiegati delle Poste rimasti bloccate al Centro di smistamento di via Marosticana a causa dell’allagamento. Gli elicotteri, per inciso, hanno monitorato dall’alto l’evolversi della situazione fino a buio inoltrato.
L’incubo dell’alluvione del 2010 non si è tramutato in realtà ma la paura ha invaso i pensieri di molti. I danni cominceranno a contarsi da oggi. A essere particolarmente colpita è stata la viabilità cittadina: il maltempo, nel corso delle ore, ha portato anche alla chiusura di parte della tangenziale sud. Alle 19 risultavano ancora bloccate la stessa tangenziale sud, da Campedello a Vicenza Ovest, viale Trissino e via dello Stadio, strada dei Ponti di Debba, strada Caperse, strada della Porciglia e parzialmente chiuse via Bassano, via del Lavoro, via dell’Economia e via della Tecnica. Colpito il centro storico, con gli allagamenti maggiori registrati al quartiere Barche. Colpita la zona industriale e, in generale, i punti critici vicini al Bacchiglione, al Retrone, alle rogge e ai torrenti. Nuove fragilità si sono sommate a quelle vecchie, quasi antiche. Il fatto che a ogni alzata inusuale della portata del Bacchiglione si allaghino i servizi igienici del teatro Olimpico, purtroppo, non è più una notizia.
Tra le zone più colpite della città rientra l’area nella quale ha sede lo stadio. Lo spazio antistante il Menti ieri era allagato, con l’acqua negli spogliatoi, nei magazzini, nella lavanderia, in parte in Casa Vicenza, così il campo, che sul lato panchine risultava per metà sommerso. Difficile quantificare i danni e valutare le tempistiche di ripristino della funzionalità dello stadio. Si attende il deflusso dell’acqua con cinque idrovore che in alcuni momenti «lavoravano» 40 mila litri d’acqua al minuto. Già oggi si procederà a verificare l’impiantistica, impianti elettrici, led e audio. Domenica il Vicenza dovrebbe giocare in casa al Menti contro il Fiorenzuola, sfida in programma alle 18.30. Il condizionale d’obbligo vista la situazione. Mancano ancora tre giorni alla gara ma si possa recuperare l’impianto e il campo così velocemente.
«Il Centro operativo comunale sarà aperto fino alla conclusione dell’emergenza. Nuove, minori precipitazioni, sono previste per il fine settimana» dice Possamai.