Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Deceduta dopo un piatto di spaghetti, la pronipote: «Non l’avreimai uccisa»
ASIAGO È durato tre ore l’interrogatorio di garanzia di ieri a Paola Pepe, 58 anni, arrestata con l’accusa di omicidio aggravato e circonvenzione di incapace di Maria Basso, 80 anni, di Asiago ex funzionaria della Farnesina, benestante e senza figli. Pepe, tutelata dagli avvocati Lino Roetta e Carmelo Peluso, ha risposto a tutte le domande del giudice e del pm di Catania. «Ha raccontato del rapporto che aveva con la signora Basso – spiega il legale Peluso - Sostenendo che non è vero che lei è piombata all’improvviso nella vita della cugina, che lei considerava zia. I loro rapporti erano antichissimi, tanto che Basso le ha fatto da madrina alla cresima ed era stata alla sua comunione. Negli anni poi si erano sempre sentite. L’aveva pure ospitata a Marsiglia per diversi mesi. Paola era come una figlia. C’era stato poi qualche anno di black out, perché entrambe erano state colpite da malattia. Quando poi la “nipote” ha tentato di ricontattare la donna ha trovato il telefono staccato: la signora era stata trasferita nella casa di riposo di Asiago. Si sono quindi riviste per i suoi 80 anni (4 settembre 2022 ndr), quando l’anziana le ha chiesto di continuare il rapporto. Quindi l’ha portata con lei a Catania». Ad inizio dicembre 2022 l’anziana è stata portata in auto in Sicilia anche se Pepe non ha avvisato la Rsa di Asiago, lasciando lì farmaci ed abiti di Bass0. E pochi giorni dopo l’anziana ha firmato per delegare alla parente la gestione dei conti e per dichiararla erede universale del nuovo testamento. L’anziana è morta il 16 dicembre 2022 a causa di una polmonite ab ingestis, un’infiammazione provocata dal cibo andatole di traverso. L’autopsia ha rivelato che aveva mangiato cibo solido (spaghetti) quando invece avrebbe dovuto nutrirsi solo con omogeneizzati.
«È impossibile pensare che Paola Pepe volesse togliere la vita alla zia – continua l’avvocato - per l’affetto infinito tra le due. Inoltre era impossibile
far mangiare uno spaghetto intero all’anziana, proprio per la patologia di cui soffriva. La signora Pepe ha detto che non poteva né immaginare né sapere che nella signora era in corso una polmonite». Starà al giudice ora prendere una decisione.
Intanto la donna rimane ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Mentre il patrimonio dell’anziana, oltre un milione di euro tra conti correnti e gioielli, è sotto sequestro.