Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ditelo al Corriere Scrivete unmail aweb@ corriereveneto.it «Contanoivoti, diamo spazioallameritocrazia» «Unlimiteaimandati, oraZaiaspicchiilvolo»
Continuano le vostre mail, centinaia le risposte ai nostri quesiti: è giusto allungare il limite dei mandati dei presidenti di Regione e perché? Nel caso foste contrari, in quale altro ruolo vorreste vedere Luca Zaia? Vi chiediamo risposte non superiori alle 500-700 battute per dare la possibilità a tutti di vederle pubblicate in queste pagine.
Rimetta in quadra il partito
Tre mandati li credo sufficienti per cui io penso che Zaia debba pensare di prendere in mano il partito per rimetterlo in quadra.
Paola Vicenza
Conta lameritocrazia
Dal mio punto di vista il nodo centrale è che se una democrazia è tale, partecipata e con elezioni sempre alla luce del sole, il fatto di chi ottiene più voti è preminente, al di là che ciò avvenga una sola volta, tre volte o infinite volte. Non è un problema di mandati ma di selezione popolare per cui i candidati anzitutto non dovrebbero essere imposti da qualsivoglia clan/circolo/ chiuso. Se una persona ha i requisiti di legge ed è correttamente votato in una competizione elettorale, tutto ciò deve andare oltre gli interessi di bottega alias metodo Cencelli e compagnia che hanno spesso e volentieri trasformato il nostro sistema elettorale in un guazzabuglio. Chiamasi meritocrazia: in politica, nella società, nella vita... ma forse è un termine osannato a parolema proibito nei fatti.
Gianfranco Borgato La democrazia non ama il capo unico
Il tetto al terzomandato è giusto prima di tutto per favorire il ricambio della classe dirigente. Il potere prolungato inebbria , fa credere di essere onnipotenti, spinge a perdere lamisura. Il sistema democratico non ama un capo solo. La politica non dovrebbe essere un mestiere. Bisogna saper distinguere chi si serve della politica e chi al contrario serve la politica, offrendo il suo contributo per un periodo limitato di tempo. E’ una concezione «berlusconiana» del potere quella per cui se sono eletto allora sono come «unto dal Signore». Ci aggiungiamo pure la pandemia che ha «gonfiato» il ruolo dei sindaci e dei presidenti di Regione (una conferenza stampa quotidiana). Ecco da dove viene la disputa sul terzomandato.
E non è incoraggiante che di una questione di principio così fondamentale si sia creata una diatriba politica che prescinde dal merito. Eppoi trovo di nessuna eleganza che a parlare di terzomandato siano i sindaci e i presidenti che stanno concludendo il secondo. Ciò che risalta è che tutto si riduce a una faccenda di personale politico. Che farà ora Zaia? Faccia il Presidente del Veneto come è stato votato, acclamato sino alla fine delmandato in ossequio agli abitanti di questa tanto (da lui) decantata Regione.
Non sarà candidato alle elezioni Europee? Vuole al contrariomettersi in gioco sfidando tutti gli altri? Non penso che arrischierà di intaccare la sua «naturale pienezza di sè». Perché non fa le beau gest e ritorna alla terra, la nostra amata terra come novello Cincinnato, sarebbe memorabile e transiterebbe nella Storia. Gli rimarrebbero, in ogni caso, tantissime porte aperte.
Innocente Giaretta
Pensare ai cittadini non aimandati
La querelle dei tre mandati amministrativi regionali e per i comuni con oltre 25mila abitanti, è veramente una partita politica squallida. Tutti i partiti erano a conoscenza che la regola dei due mandati era (è) da molti anni norma di legge, quindi va rispettata nella sua corretta applicazione, anche perché il più delle volte il cambiamento soggettivo politico-amministrativo, è necessario ed opportuno. Invece di litigare e perdere tempo sui tre mandati, sarebbe certamente più utile, per il bene delle persone, che la politica si impegnasse per eliminare le sofferenze che, purtroppo, attanaglianomilioni per persone a livello nazionale e molte centinaia a livello regionale. Persone povere, non autosufficienti, disabili, malate, disoccupate, emarginate.
Ora spicchi il volo Franco Piacentini
Da veneto quale sono, fosse per me Zaia lo vorrei presidente dellamia regione a vita, ma credo altrettanto che sia giunto per lui ilmomento di spiccare il volo definitivamente. In che modo? Da segretario della Lega. Sono certo prenderebbe una valanga di voti non solo al nord ma in tutta Italia perché al contrario di Salvini non hamai assunto atteggiamenti sopra le righe. È persona equilibrata, pondera le parole e sa mantenere comportamenti bipartisan al di là del credo politico.
Giovanni Talin
Non è unamonarchia
Decisamente contrario al terzo mandato,siamo in una Repubblica non in una Monarchia. Zaia dovrebbe candidarsi in Europa,mi sembra che in Veneto sia visto come un bonaccione,non avrebbe la stoffa per fare il segretario di partito, tantomeno ilMinistro.
EugenioMartinovich Decidano i cittadini
In merito al terzo andato io sarei dell’idea che dovrebbero essere i cittadini a decidere se concederlo tramite votazione democratica. Oppure direttamente alle votazioni regionali con un altro plebiscito per il governatore Zaia. Lunga vita al nostro Governatore.
Simone Benedini Plebiscito poco popolare
Il terzo mandato non sarebbe un’elezione democratica ma una semplice procedura «burocratica» senza alternativa, sotto il pieno controllo del presidente uscente, carismatico fin che si vuolema non rispondente alla sana alternanza generazionale. Sarebbe un plebiscito? Sì, proprio così una percezione che mi sembra molto chiara che ha dei risvolti corporativi, lobbistici più che di «sovranità popolare». L’elezione diretta del sindaco e del presidente della Regione sono le uniche ancora ammesse. Il terzomandato nella pratica aprirebbe la strada ad una forma «autoritaria» che si allineerebbe ai regimi russo (Putin), turco (Erdogan), ungherese (Orban). Pur non essendo esperti ci siamo accorti che le dinamiche interne ai partiti superano il sentir comune della società, com’è successo a Castelfranco nella recente crisi. Tutto questo per dire che l’attuale presidente ha dimostrato di avere grandissime doti ma non tali da poter prendere in mano un governo nazionale o addirittura il partito «Lega Nord-Vota Salvini». Il limite al secondomandato va rispettato da tutti, compresi quelli che napoletanamente si arroccano di non aver mai «legiferato in materia». Squallida risposta tutta italiana. Nessuno può impedirgli di farsi la sua lista ed entrare a Palazzo Ferro Fini per la prossima legislatura. Dov’è il problema?