Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Trenta centimetri di acqua e fango nei negozi di Agendo «Un colpo al cuore»
«Al di là dei danni materiali, il problema più grande riguarda i ragazzi, soprattutto perché non sappiamo ancora quando saremo in grado di riaprire». Ieri è stato il giorno della conta dei danni per i locali e le attività dislocate in zona stadio. Tra queste c’è anche Agendo Odv, che dal 1985 sostiene le persone con sindrome di Down vicentine e le loro famiglie in diversi progetti di inclusione. Oltre alla sede dell’organizzazione, in via Del Grande si trova il negozio di frutta e verdura Fuori di Zucca, gestito dai ragazzi, così come il laboratorio di pasticceria La Bottega di Nonna Papera: il maltempo eccezionale non ha risparmiato nessuno dei locali, che sono stati completamente invasi dall’acqua. «Non siamo stati ancora in grado di quantificare i danni - spiega Cristina Dall’Armellina, segretaria di Agendo -, ma è andato sotto tutto di almeno trenta centimetri. Per fortuna alcune cose, come i frigoriferi della pasticceria che hanno ilmotore nella parte alta, si sono salvate, mentre tutta la merce è da buttare. Quando sono arrivata ieri mattina mi sono messa a piangere: è una realtà che abbiamo costruito noi genitori, e vedere tutto spazzato via dall’acqua è stato un colpo al cuore». Grazie al lavoro dei volontari, tra i quali alcuni consiglieri della Pro loco di Creazzo, nella giornata di ieri sono stati sgomberati i locali, con i materiali rovinati che sono stati destinati al macero. «Abbiamo buttato via tantissima roba - prosegue Dall’Armellina -. In questi casi avere delle persone che ti aiutano è fondamentale, e il senso solidarietà è il regalo più bello che si possa ricevere, una cosa che veramente riempie il cuore e che alla fine è risultata fondamentale. Ora la difficoltà più grossa riguarda i ragazzi e le loro famiglie». Come spiega la segretaria, alla mattina i ragazzi sono occupati in sede, all’interno del laboratorio creativo, oppure vanno a lavorare in uno dei due negozi: il fatto di non avere a disposizione i loro luoghi abituali, senza tempistiche di apertura, rende tutto complicato. «Per loro si tratta di un punto di riferimento - prosegue Dall’Armellina -, dove poter trovarsi con i loro pari e dove poter socializzare. Al momento non siamo in grado di dire quando riapriremo, dovremo prima disinfettare tutto, anche perché parliamo di due negozi che fanno cose da mangiare. Purtroppo è andata così, nella notte in cui successo tutto volevamo andare a portare i sacchi, ma non riuscivamo nemmeno a raggiungere i locali da quanto era alta l’acqua».