Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Dichiarazioni auto-indiziarie» e l’udienza Pfas viene sospesa
Le parole di un testimone e i dubbi di un pm. «Era il superiore di uno degli indagati»
Nel processo sull’inquinamento da Pfas contro l’ex azienda chimica Miteni di Trissino non smettono mai le sorprese. Tanto che ieri in Corte d’Assise a Vicenza l’udienza è terminata perché il testimone Carlo Maria Gloria, già sentito un paio di settimane fa, durante il contro esame ha formulato delle dichiarazioni definite dal pubblico ministero Paolo Fietta come «auto-indiziarie», ossia dichiarazioni rese di fronte all’autorità giudiziaria che mostrano degli indizi sul fatto che il testimone (che non è indagato) possa avere a proprio carico un reato. Per questo motivo la corte presieduta dal giudice Antonella Crea si è ritirata, per poi decidere di risentire Gloria ad inizio aprile, tutelato da un proprio difensore di fiducia. In questa sede potrà pure avvalersi della facoltà di non rispondere. Sarà poi la procura di Vicenza, nelle figure dei sostituti procuratori Hans Roderich Blattner e Paolo Fietta (entrato nell’indagine a metà 2022), a decidere se il chimico verrà sottoposto a indagini.
Intanto rimangono imputati nel processo Maki Hosoda, Kanji Ito; Naoyuki Kimura e Yuji Suetsune, dirigenti di Mitsubishi Corporation, che ha controllato Miteni fino al 2009; Patrick Fritz Hendrik Schnitzer e Achim Georg Hannes Riemann, vertici della società Icig, che ha controllato Miteni dal 2009 fino al fallimento; Alexander Nicolaas Smit; Brian Anthony Mc Glynn; Martin Leitgeb; Antonio Alfiero Nardone; Luigi Guarracino; Mario Fabris; Drusian Davide; Mauro Cognolato e Mario Mistrorigo, che sono dei dirigenti di Miteni che si sono succeduti nel tempo. I quindici manager imputati sono accusati a vario titolo di avvelenamento delle acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata e inquinamento ambientale. A questa lista di persone fisiche si aggiunge poi la società Miteni per il fallimento.
Ciò che è stato definito un elemento auto indiziario nelle risposte del testimone è stato il fatto che l’imputato Mistrorigo, dirigente della società Miteni, prendesse ordini dallo stesso Gloria, che per un periodo era stato suo responsabile di riferimento per questioni riguardanti la tutela ambientale e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Infatti Gloria, nei suoi circa 30 anni di lavoro nello stabilimento chimico di Trissino, ha cominciato nel 1975 come addetto al laboratorio di ricerca, per poi fare carriera negli anni come responsabile del laboratorio, dirigente interno e infine come parte del consiglio di amministrazione in qualità di vicepresidente. Uscito formalmente dall’azienda nel 2005, ha continuato come consulente esterno fino al 2008. Tuttavia la sua risposta secondo l’avvocato della difesa Novelio Furin, che stava conducendo il controesame, non avrebbe introdotto nessun elemento di novità rispetto agli atti già presenti nel fascicolo a disposizione della procura. Atti che fino ad oggi non hanno mai portato all’indagine dello stesso dottor Gloria. La corte, come anticipato, ha invece dato ascolto al pm e ha deciso per il rinvio dell’udienza, quando l’ex dirigente dell’azienda verrà sentito in qualità di testimone dall’avvocato della difesa Giovanni Lageard.
La contaminazione ha coinvolto circa 350.000 persone tra le province di Vicenza, Padova e Verona.