Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Sistemato il versante della frana la Valsugana riapre in anticipo

Lastradaèp­ercorribil­edaoggi. Ferrazzoli: tempirecor­d, grazieall’impegnodit­utti

- Barbara Todesco

A meno di 50 giorni dalla frana che il 12 gennaio si è staccata dal versante ovest del Grappa, franando sulla ferrovia e sulla statale, interrompe­ndo di fatto i collegamen­ti tra Bassanese e Trentino, le auto questa mattina tornano a transitare lungo la Valsugana. La riapertura al traffico è prevista alle 8 con tre giorni di anticipo sulla data inizialmen­te indicata del 4 marzo. Una riapertura che per il momento, sul tratto direttamen­te interessat­o dalla caduta dei massi, quello del viadotto cosiddetto «del Pescatore», in località San Marino, sarà solo parziale: le auto, infatti, transitera­nno su una sola carreggiat­a, quella più vicina al fiume Brenta, aperta con doppio senso di circolazio­ne. Non solo: il transito sarà consentito, in una prima fase, solo ai mezzi con peso inferiore alle 25 tonnellate. In questo modo saranno esclusi diversi mezzi pesanti, ma il passaggio sarà comunque consentito agli autobus turistici o di linea.

La riapertura del tratto di Valsugana è arrivata al termine dei primi interventi di messa in sicurezza del versante franoso, ad opera dei tecnici incaricati da RFI e che hanno previsto in prima battuta la rimozione dei massi pericolant­i e successiva­mente l’installazi­one di una nuova barriera paramassi ad alta energia, a protezione delle infrastrut­ture stradali e ferroviari­e sottostant­i. «Va dato atto che tutti gli attori in campo hanno fatto qualunque sforzo nelle loro possibilit­à per riaprire questa strad a in tempi record - commenta il sindaco di Valbrenta Luca Ferazzoli - perché appena terminato il posizionam­ento delle reti e il loro collaudo, Anas è riuscita a rendere nuovamente percorribi­le il viadotto con una sola giornata di lavoro». Proprio Anas ha già dato avvio ai lavori di ripristino del viadotto danneggiat­o (uno dei massi più grandi precipitat­i ha terminato la sua corsa proprio addosso ad un pilastro del viadotto spostandol­o di quasi una decina di millimetri e minandone la stabilità). In sostanza sarà necessario sollevare l’impalcato della carreggiat­a nord e riallinear­la, prevedere la sostituzio­ne di 24 appoggi e dei giunti di dilatazion­e, oltre al ripristino della capacità portante della trave colpita dal masso. Circa un centinaio di giorni il tempo previsto per completare l’intervento e per la riapertura totale della statale 47. Costi stimato: 1 milione di euro.«Questa riapertura, per quanto parz i a l e - ricorda ancora Ferazzoli- dà sollievo alle nostre comunità e a tutta la destra Brenta ma rappresent­ata anche un’importante boccata d’ossigeno per le numerose attività che sono state pregiudica­te dalla chiusura stradale: penso alle stazioni sciistiche del Tesino e del Primiero che grazie alle nevicate degli ultimi giorni, potranno rivedere le loro piste piene di appassiona­ti». Da oggi, infatti, fatto salvo per i mezzi di peso superiore alle 25 tonnellate, per raggiunger­e il Trentino non sarà più necessario allungare il tragitto lungo la Feltrina, che per oltre un mese ha rappresent­ato l’unico sbocco al traffico diretto verso nord. Per vedere riaperta la ferrovia, invece, attendere un altro mese: le attuali previsioni parlano della fine di marzo e l’inizio dei aprile.

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