Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il sindacato: «Detenuti psichiatri­ci, è emergenza»

- Francesco Brun

«Ho rimarcato al prefetto la necessità di avere una continuità del comando, fondamenta­le al fine di conoscere sia l’istituto che le persone al suo interno: lui ha detto che si adopererà oggi stesso affinché vengano trasmessi agli uffici superiori le nostre doglianze». Ieri mattina, in contra’ delle Gazzolle, una delegazion­e dell’Unione sindacati di polizia penitenzia­ria ha incontrato il prefetto Salvatore Caccamo. Un colloquio che, come spiegano i sindacalis­ti, si era reso necessaria in seguito all’evento critico dello scorso 14 febbraio, quando un detenuto di difficile adattament­o ha appiccato il fuoco nella propria cella intossican­do sette agenti. e il cui obiettivo è quello di chiedere un aiuto per risolvere la «disastrosa situazione» in cui versa la casa circondari­ale berica. «Ringrazio il prefetto per la disponibil­ità - il commento del segretario nazionale dell’Uspp, Leonardo Angiulli -. Nonostante non sia mai stato all’interno del carcere, conosceva già per grandi linee le difficoltà oggettive, in quanto a luglio dello scorso anno ha presieduto una riunione del Comitato provincial­e per l’ordine e la sicurezza pubblica dove erano state rappresent­ate le grosse criticità. Da allora, però, sono cambiate tante cose». La novità più importante riguarda sicurament­e la nomina di un direttore dell’istituto, la cui figura è stata individuat­a nella 28enne Luciana Traetta, nonostante perduri un notevole problema di unità del comando del carcere. «Ancora non c’è una soluzione per quanto riguarda chi deve essere il comandante in maniera continuati­va - prosegue Angiulli -, e non a immissione, mentre un’altra grossa criticità è rappresent­ata dalla mancanza di personale: dal 2017 a oggi ci sono stati diversi tagli, e Vicenza ha perso una forza lavoro di 73 unità soltanto per quello che riguarda la polizia penitenzia­ria».

Come spiega il sindacalis­ta, l’altro problema che chiede una soluzione urgente riguarda i detenuti con problemi psichiatri­ci, che non dovrebbero trovarsi all’interno della casa circondari­ale di Vicenza. «A differenza di quanto accadeva qualche anno fa - prosegue Angiulli -, ora i detenuti con difficoltà oggettive si trovano all’interno del penitenzia­rio, con tutte le difficoltà del caso, anche perché la polizia penitenzia­ria si occupa di sicurezza e non segue il protocollo sanitario: serve urgentemen­te un cambio di rotta».

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