Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
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Dalle bifamiliari alle strutture per la caccia, 4 anni di contraffazioni. Le vittime sono 24
Ha contraffatto sia i titoli edilizi sia i timbri comunali che sono obbligatori per avviare la costruzione di un immobile. Un ingegnere di Roana, A.S. di 52 anni, è stato denunciato per contraffazione di pubblici sigilli o strumenti atti a pubblica autenticazione e per il loro utilizzo. Sono 24 le ignare vittime del suo operato.
A scoprire il raggiro è stata la guardia di finanza della tenenza di Asiago che, dopo alcune segnalazioni, è intervenuta per la prima volta nel 2022, con una perquisizione a carico dell’ingegnere. E, dopo circa un anno di indagini, è emerso il modus operandi del professionista ora denunciato. I clienti si affidavano a lui per la compilazione di Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) e Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata), documenti che sono necessari per legge per poter procedere con la costruzione di un immobile e che necessitano l’approvazione da parte degli uffici tecnici del Comune in cui si decide di costruire. L’ingegnere, però, fingeva soltanto di presentare questi documenti agli uffici comunali competenti e contraffaceva tutti gli atti necessari, compreso di timbri e sigilli. In particolare aveva trovato un modo per riprodurre il sigillo utilizzando la carta da lucido, poi sequestrata dalle fiamme gialle insieme a tutti i documenti trovati nel suo studio. In un secondo momento, l’ingegnere inseriva manualmente un numero di protocollo a sua discrezione. Due elementi che avrebbero dovuto garantire l’autenticità dell’atto, ma che erano del tutto falsi. Una volta che il documento era pronto, il cinquantaduenne consegnava il documento contraffatto ai propri clienti. I quali, convinti che tutto fosse stato svolto con regolarità, iniziavano i lavori per la manutenzione ordinaria o straordinaria dei propri immobili, che si trovano tutti nel comune di Roana. Si tratta sia di case bifamiliari, che di capanni provvisori per gli appostamenti dei cacciatori. Questo sarebbe avvenuto dal 2018 al 2022. La conferma che i documenti da lui redatti fossero falsi è arrivata anche grazie al confronto dei dati acquisiti dai documenti presenti nello studio del professionista con i numeri di protocollo da lui applicati, questi ultimi corrispondevano a tutt’altre pratiche. È così stata emessa la denuncia all’autorità giudiziaria, che deciderà come procedere nei suoi confronti.
Se le accuse nei suoi confronti venissero confermate, per la sola contraffazione l’ingegnere rischia una condanna da 1 a 5 anni in carcere. Non viene escluso che a rimetterci possano essere anche i clienti dello stesso ingegnere, tutti residenti sull’Altopiano di Asiago. Infatti ora dovranno fare i conti con degli immobili costruiti in modo abusivo (a loro insaputa), senza dimenticare che coloro che hanno avuto accesso delle detrazioni fiscali potrebbero essere costretti a dover restituire l’intera somma ricevuta. Al momento non è ancora chiaro cosa abbia spinto il professionista ad agire in questo modo. Ma, da quanto trapelato, pare che l’ingegnere si sia giustificato con i militari dicendo di voler «accontentare i propri clienti». Dalle indagini, infatti, non sarebbe emerso alcun guadagno economico extra.