Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Accusato di violenza e assolto Lemotivazi­oni: non è scappata poteva difendersi con la scopa

L’allenatore: temevo di perdere tutto. Per ora nessun appello

- R.L.

Accusato di violenza sessuale, ad ottobre l’assoluzion­e e ora sono arrivate le motivazion­i. «Sono felice che la verità sia venuta a galla, mi è sembrato tutto un brutto sogno». Lo ha ripetuto più volte Zoran Ljubisic, noto allenatore di calcio di 45 anni, dopo aver letto i motivi che hanno spinto il giudice di Vicenza Lorenzo Miazzi a decidere per la sua assoluzion­e.

Il pm Luigi Salvadori nonostante all’epoca avesse richiesto 4 anni di condanna, al momento non ha impugnato la sentenza, ma l’avvocato della parte civile Chiara Bellini ha sostenuto: «Stiamo valutando di sollecitar­e la procura per impugnarla». Ljubisic era finito a processo nel 2021 con l’accusa pesantissi­ma da parte di una parrucchie­ra dell’Ovest Vicentino. La donna sosteneva che lui l’avesse costretta ad avere dei rapporti sessuali che andavano oltre al palpeggiam­ento. Questo, secondo l’accusa, era avvenuto nel salone dove lei lavorava, dopo che gli aveva sistemato barba e capelli. A detta della parte offesa, lui l’aveva aggredita alle spalle mentre lei gli stava preparando un caffè. Ma secondo le motivazion­i depositate dal giudice Miazzi, riferendos­i al racconto della presunta vittima, «sotto il profil o d e l l ’a t te n d i b i l i t à intrinseca il suo narrato presenta alcuni profili di incongruen­za». Tra questi anche il fatto che la donna «svincolata­si in un primo momento dall’aggressore si sia allontanat­a di pochi metri da lui e sia rimasta all’interno del salone pur essendo la porta aperta.... Se anche avesse preso la scopa per difendersi,

come ella ha sostenuto, non si spiega perché poi quando l’imputato le si avvicinava non l’avrebbe utilizzata per dissuaderl­o...infine non si vede la ragione per cui, in tale situazione di pericolo, si sarebbe messa a spazzare per

terra». Inoltre nel corso del dibattimen­to dai messaggi scambiati tra lei e l’imputato, non era emersa nessuna situazione di violenza. «Ora mi sento più forte e più determinat­o a raggiunger­e i miei obiettivi — ha detto l’uomo, originario della Bosnia Erzegovina ma residente a Rosà — anche se qualcuno può essersi fatto un’idea diversa di me, chi mi conosce ha saputo fin da subito che non potevo aver commesso quel reato». «Quando ho saputo di essere stato denunciato mi è crollato il mondo addosso. – Ha continuato l’allenatore – A livello personale avevo paura di perdere la mia famiglia, mia moglie con cui sto insieme da circa trent’anni, ma ho una donna incredibil­e al mio fianco, che da questo momento di terrore è riuscita a

Le motivazion­i

Il testo del giudice parla di mancata attendibil­ità della testimonia­nza della donna

consolidar­e il nostro rapporto. A livello lavorativo temevo di perdere tutto quello su cui avevo investito. Ma le due società calcistich­e per cui lavoravo, l’Arzignano e il Südtirol, mi hanno dato la massima fiducia e per questo le ringrazio infinitame­nte » . L’allenatore, infatti, non è mai stato sospeso dalle sue funzioni. Quando si è spostato al Luparense Calcio è stato per sua volontà Nel momento in cui era stata pronunciat­a l’assoluzion­e l’avvocato della donna Chiara Bellini aveva detto: «Siamo rimasti sorpresi della decisione, l’accusa aveva chiesto quattro anni. La parte offesa è rimasta molto delusa, si era fatta carico di un processo a dir poco sofferente».

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Tribunale Il giudice di Vicenza Lorenzo Miazzi ha deciso l’assoluzion­e

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