Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«RiprendiamociVicenza», la destra scende in piazza per la sicurezza ci sono pure tre consiglieri comunali
La destra scende in piazza. Tricolori, cori, striscioni. Un corteo che parte dalla stazione ferroviaria di viale Venezia e sfila fino all’esedra di Campo Marzo in viale Roma. Un tragitto breve, in realtà, più un’entrata in piazza che un corteo ma in ogni caso non paragonabile a quello concesso ad associazioni o formazioni di senso decisamente opposto anche in tempi recentissimi. I circa duecento manifestanti si sono accontentati.
Intendiamoci: della manifestazione promossa da Movimento Italia Sociale e da altre sigle della destra, Casa Pound compresa, i vicentini sono pochi. Numerosi dalle province vicine e dalla Lombardia. Presenti, con sensibilità di partecipazione diverse, anche tre consiglieri comunali del capoluogo. C’è Giorgio Conte (Fratelli d’Italia), per esempio, che ha seguito la manifestazione all’esterno del corteo e all’esterno dell’esedra. C’è Jacopo Maltauro (Lega), presente nel corteo e, pur defilato, nel gruppo dell’esedra. E c’è Nicolò Naclerio (Fratelli d’Italia), che ha assistito agli interventi dall’esterno.
Le ragioni del sit in trovano la genesi negli episodi di degrado, criminalità, disagio sogran ciale che negli ultimi mesi hanno contribuito ad alimentare la percezione di insicurezza. Naturalmente la manifestazione stessa trova contesto nel luogo stesso in cui si svolge: Campo Marzo. Parco storico della città, parte integrante del centro storico, e da anni spazio di ritrovo per spacciatori (in gran parte dei casi stranieri), acquirenti (in parte dei casi italiani) e consumatori (italiani e stranieri). Parco storico, ancora, da tempo ormai oggetto di operazioni ordinarie e straordinarie delle forze dell’ordine.In quest’ottica il fil rouge del sit in tocca i temi cari alla destra.
Gli striscioni, più che le parole, parlano da soli. «Riprendiamoci Vicenza» si legge ma anche «Blocco navale adesso» e «Stop immigrazione». Chi si alterna al microfono ricorda che «se gli effetti dell’immigrazione sono violenza, spaccio, prostituzione possiamo anche farne a meno».
«Naturalmente - osserva Gianluca Deghenghi, volto e voce del Mis a Vicenza e nel Vicentino - questa generalizzazione è necessaria per fare comprendere quanto l’immigrazione incontrollata e non metabolizzata nelle comunità di destinazione crei delle sacche di disagio che portano inevitabilmente e dannosi a corti circuiti, sia nell’ambito sociale sia sul fronte dell’ordine pubblico». «Siamo contenti del risultato di questa manifestazione – dice Deghenghi -. Ed è una manifestazione che si ripeterà in altre città».