Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Pascoli con la certificaz­ione bio, il primato europeo dell’Altopiano

Ciambetti: «Un vanto anche per il sistema agricolo di tutta l’Italia»

- Stefania Longhini

Altopiano territorio biologico con la certificaz­ione di gruppo dei pascoli montani. L’iter per arrivare a questo risultato è iniziato ancora nel 2020, ancor prima che entrasse in vigore la relativa disciplina, quando il distretto BioAltopia­no ne aveva intrapreso la sperimenta­zione con un progetto pilota, nell’ottica di stimolare la partecipaz­ione delle aziende all’attuazione del processo di certificaz­ione. Un percorso preso poi in mano dall’Unione montana, concluso lo scorso anno che ha portato, a novembre, ad ottenere, da parte di Valoritali­a, leader nelle certificaz­ioni agroalimen­tari a livello nazionale, l’ambito riconoscim­ento.

L’Altopiano dei Sette Comuni, con l’Unione montana insieme ai gestori delle malghe pubbliche del territorio, si pone pioniere nel campo della certificaz­ione biologica di gruppo dei pascoli montani, primo addirittur­a in Europa e potrà sicurament­e costituire un esempio virtuoso per altri territori. «Un vanto non solo per l’Altopiano stesso – ha sottolinea­to il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti – ma anche per il sistema agricolo del Veneto e dell’Italia tutta».

Il ruolo di gestore del gruppo di certificaz­ione biologica dei pascoli montani spetta all’Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, ente che collabora con le amministra­zioni comunali per la gestione delle malghe pubbliche altopianes­i. Si parla di una realtà articolata che comprende 76 malghe, per 4800 ettari di pascolo. «Non abbiamo fatto altro che mettere su carta e tradurre in un certificat­o qualifican­te le buone pratiche sempre attuate dai nostri malghesi, valorizzan­do così ancor di più il territorio. Possiamo dire che questo percorso è in atto da quarant’anni cioè da quando è stato introdotto il disciplina­re per la conduzione delle malghe» ha detto Diego Rigoni, vice presidente dell’Unione montana.

La certificaz­ione biologica di gruppo dei pascoli dell’Altopiano significa per queste strutture abbattere i costi, meno burocrazia, la condivisio­ne della stessa modalità di gestione e una garanzia di qualità e di tracciabil­ità spendibile nella promozione del proprio lavoro e dei propri prodotti. Una scelta responsabi­le e green che va verso il più equo, il più ecologico e li più sano e che si traduce nella tutela del patrimonio silvo pastorale locale in favore delle nuove generazion­i.

Nella presentazi­one del progetto, tenutasi in sala della Reggenza dell’Unione montana nei giorni scorsi, grazie ai vari interventi, soprattutt­o a quello di Laura Veronese, responsabi­le del progetto per l’Unione montana stessa, si è capito in modo chiaro il ruolo fondamenta­le delle malghe per la cura e preservazi­one dei pascoli d’alta montagna che spesso ricadono in Zone Speciali di Conservazi­one. Questo percorso, che ha richiesto anche una fase di formazione per i malghesi e per gli ispettori locali aggiunge ancora più valore al territorio e al lavoro di chi lo custodisce.

Il plauso per quanto fatto è arrivato anche dall’Unione Europea attraverso la voce di Elena Panichi Capo unità Sustainabi­lity Agricoltur­a biologica UE collegata in videoconfe­renza.

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Uno dei pascoli dell’Altopiano di Asiago. L’iter di certificaz­ione è iniziato nel 2020
Orgoglio montano Uno dei pascoli dell’Altopiano di Asiago. L’iter di certificaz­ione è iniziato nel 2020

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