Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Rebellin, ilcamionistaaprocesso «Vogliamogiustizianonvendetta»
Respinta la richiesta di patteggiare la pena, soddisfatta la famiglia del ciclista
Una piccola luce in fondo al tunnel è quella che si è presentata ieri di fronte agli occhi della famiglia di Davide Rebellin. Quando il giudice di Vicenza Filippo Lagrasta ha deciso di rifiutare il patteggiamento a 3 anni e 11 mesi per Wolfgang Rieke, 64 anni, che ora dovrà affrontare il processo. Si dovrà quindi aspettare ancora qualche mese per conoscere il destino dell’autista tedesco che il 30 novembre 2022 ha travolto e ucciso l’ex ciclista professionista, di 51 anni, lungo la strada regionale a Montebello Vicentino. La richiesta di patteggiare la pena, su accordo sia degli avvocati della difesa Andrea Nardin ed Enrico Mario Ambrosetti sia del pm Hans Roderich Blattner, è stata dichiarata inammissibile per una questione tecnica: nella sostanza era formulata secondo termini non corretti. La prima udienza è stata fissata per maggio, non ci sarà alcun testimone, verranno sentiti solo i due consulenti tecnici della procura, Claudio Coral, e della difesa, Nicola Dinon. Poi si andrà alla discussione finale e, quindi, alla sentenza.
« Il processo è ciò che si aspettava la famiglia, ora è soddisfatta» commenta l’avvocato Davide Picco che tutela i parenti di Rebellin, costituitisi parte civile. «È stata una bella sorpresa, non ce lo aspettavamo, temevamo che il collegio, dopo la concessione degli arresti domiciliari all’imputato, acconsentisse anche al patteggiamento - afferma Carlo, il fratello di Davide Rebellin - Non possiamo che essere soddisfatti del fatto che i giudici abbiano deciso di andare avanti e di mandare a processo Rieke, rinnoviamo tutti i nostri ringraziamenti per il grande lavoro svolto dalla giustizia italiana per Davide, sia alla procura sia al tribunale. Non vogliamo vendetta ma giustizia per Davide e crediamo che un processo sia la sede giusta per accertare tutti i fatti e per arrivare a una condanna che non ce lo restituirà ma che sia quanto meno la più congrua possibile, compatibilmente con le leggi italiane, alle gravi responsabilità dell’imputato».
Nonostante il cambio di rotta, suonano soddisfatte anche le voci dei legali della difesa. «Siamo pronti ad affrontare il dibattimento – sostiene Nardin - Non ce lo aspettavamo, ma non è un problema. Nel formulare il patteggiamento non avevamo richiesto l’applicazione di una serie di circostanze attenuanti che invece in dibattimento potrebbero essere riconosciute». Alle sue parole fanno eco quelle dell’avvocato Ambrosetti: «È un’ottima notizia. Quella del patteggiamento era una pena sproporzionata. Possiamo fare serenamente un processo e siamo convinti che all’esito avremo una pena inferiore».
Rieke deve rispondere del reato di omicidio stradale con l’aggravante della fuga. Infatti quella mattina di fine novembre, dopo aver investito il ciclista, è sceso dal camion e ha guardato il corpo esanime di Rebellin. Poi è risalito sul mezzo ed è tornato in Germania, a Recke. Ma i carabinieri di Vicenza sono riusciti ad incastrarlo. Il 25 agosto scorso il camionista si è presentato spontaneamente al Brennero ed è stato portato nel carcere di Vicenza dove è rimasto fino ad un paio di settimane fa, quando la misura cautelare è stata modificata con quella degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Al momento è ristretto in casa di alcuni amici a Monastier (Treviso).
Gli avvocati di Rieke Siamo pronti per il processo, otteremo una pena inferiore di quella decisa nel patteggiamento