Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«CaseGreen, 2 su 5 da ristrutturare con interventimedi da 50mila euro»
Gerotto (Ance): non solo l’Ue, anche ilmercato va nella direzione dell'efficientamento
Ridurre i gas serra nel settore edilizio entro il 2030 e pervenire alla neutralità climatica entro il 2025. La nuova direttiva del Parlamento europeo sulle «case green» segna un limite invalicabile: entro sei anni una buona parte delle abitazioni in classe G dovrà essere ristrutturata. Obiettivi altissimi, sul piano etico, ma che sembrano irraggiungibili su quello pratico. Stando ai dati relativi alla presentazione degli attestati di prestazione energetica (APE) registrati nel 2023, su un totale di 110.916 attestazioni presentate, 46.463 sono in classe F e G. Per quanto riguarda il non residenziale l’anno scorso su un totale di 17.297 attestazioni, quelle relative alle classi più basse sono 7.218. Se si parla solo di case private il 40%, ovvero due su cinque, oggi, andrebbero ristrutturate con un costo, per famiglia, di 50 mila euro. «Questi sono dati di massima, non abbiamo ancora nulla di concreto e ci vorrà tempo prima che arrivino direttive più chiare, ma va detta chiaramente una cosa: questa è la direzione dell’Ue e in qualche modo anche il nostro Paese dovrà adeguarsi, è bene mettersi in quest’ordine di idee: le case vecchie devono essere ristrutturate». Parola di Alessandro Gerotto, presidente regionale dell’Ance, Associazione nazionale costruttori.
Gerotto, il problema non è ristrutturare casa, ma i soldi per farlo.
«Per questo bisognerà puntare su detrazioni e finanziamenti, di certo non ci saranno altri bonus 110, mava preso atto che, a fronte degli obiettivi che l’Ue, le famiglie non potranno farcela da sole, penso solo ai pensionati che abitano in abitazioni datate, andranno aiutati, dovrà essere proprio l’Europa a stanziare i fondi per raggiungere questi obiettivi».
Quali classi energetiche dovranno essere oggetto di ristrutturazione?
«Ancora non è chiaro, noi oggi consideriamo le G come quelle a più basso efficientamento, l’Ue non è entrata neldue lo specifico, attendiamo e vediamo come recepirà l’Italia questa nuova direttiva».
Che cosa succederà alle abitazioni che non sono in classe alta?
«Di certo non verranno abbattute, nessuno andrà casa per casa a chiudere le abitazioni ad alto dispendio: siamo un Paese con molti edifici storici sui quali sarà impossibile intervenire, ci vorrà gradualità, ma guardi che comunque chi ha una casa dispendiosa oggi sta già pagando un altissimo prezzo del gas, stanno arrivando bollette da capogiro, chi in questi mesi sta spendendo molto in bollette deve pensare che quel denaro andrà risparmiato».
Parliamo in termini concreti, adesso ci sono famiglie che abitano in case singole in classi basse che hanno speso anche 800 euro per
mesi di gas, in casi simili, a chi ha redditi medio bassi, che cosa consiglierebbe di fare?
«A queste persone direi innanzitutto di intervenire con i bonus e con la detassazione per chi ha capacità fiscale, mi rendo conto della difficoltà, però queste famiglie non possono nemmeno continuare a spendere così tanto di gas, va trovato il giusto compromesso che coinvolga anche le banche».
Se questa è la direzione dell’Ue vendere una casa non efficente sul piano energetico d’ora in poi sarà difficile.
«È già così oggi: il mercato lascia sempre più ai margini le case non efficenti, venderle è sempre più difficile».
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Il vantaggio
Oggi chi vive in una casa poco efficiente paga bollette da capogiro, soprattutto per il gas
Sfruttare le detrazioni Famiglie e pensionati non possono essere lasciati soli, l’Ue deve finanziare la transizione
« È così, un primato che non ci piace, ma bisogna imporre l’obbligo del sistema informatizzato delle notifiche preliminari: così si sa in tempo reale dove sono i cantieri e si possono fare i controlli, solo il Veneto non si è adeguato, non possiamo rimanere indietro».