Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Reati tributari, sequestrato unmilione a padre e figlio
DenunciatidallaFinanzaper aver evaso epernonaver versato le ritenute
Di padre in figlio è passato il controllo della guardia di finanza di Schio che li ha «incastrati» entrambi per reati tributari, insieme alla società di capitali del primo dei due, la Carmac group Srl. A carico di padre e figlio è già stato eseguito nei giorni scorsi un sequestro di beni del valore di circa 1 milione di euro tra abitazioni, auto e conti correnti. I due sono stati denunciati per dichiarazione infedele, omesso versamento di ritenute e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Le attività investigative dei finanzieri sono cominciate qualche anno fa, quando i militari hanno sottoposto a verifica la società di capitali di Schio, guidata ad un armeno di 68 anni. Un’azienda che si occupa esclusivamente di commercializzazione di macchinari industriali. Le fiamme gialle sono convinte che la società abbia omesso sistematicamente di versare le ritenute effettuate sui redditi da lavoro dipendente, risultanti dalle dichiarazioni dei Modelli 770 per gli anni 2017 e 2018, per una cifra totale che sfiora i 550.000 euro. E, durante una perquisizione nei locali della società, i finanzieri hanno raccolto una serie di documenti contabili ed extra-contabili che dimostrerebbero continui e ingiustificati prelievi di denaro dalle casse della società in favore del figlio, che è dipendente dell’azienda. Questi prelievi venivano motivati con la dicitura «prestito infruttifero». Tuttavia, stando alla Finanza, si tratta di uscite di denaro che non sono affatto in linea con la situazione finanziaria della società. La quale, in questi anni, ha vissuto un periodo di forte debito nei confronti del Fisco, tanto che avrebbe dovuto pagare numerose cartelle esattoriali per un totale che superava i 120.000 euro. Le fiamme gialle sono quindi passate al controllo della situazione finanziaria del figlio, 44 anni, scoprendo che lui ha omesso di dichiarare sia questi prelevamenti di contanti in qualità di dipendente della srl del padre, sia delle altre sottrazioni di denaro effettuate dai conti correnti di una Snc nella quale lui stesso rivestiva la qualifica di socio liquidatore.
Nel complesso i finanzieri hanno calcolato come il figlio abbia omesso di dichiarare dei redditi maggiori rispetto a quelli che diceva di ricevere per oltre mezzo milione di euro. La guardia di finanza scledense ha così calcolato un’Irpef evasa di oltre 220 mila euro. Per questi motivi il giudice per le indagini preliminari di Vicenza, su richiesta della procura, ha emesso il decreto di sequestro che coinvolge otto conti correnti, due partecipazioni in società di capitali, sei immobili che si trovano in diversi comuni del Vicentino e un’auto, per un totale di circa un milione di euro di beni.
Sigilli a beni e denaro Otto conti correnti, un’auto, sei immobili, due partecipazioni in società di capitali