Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Reati tributari, sequestrat­o unmilione a padre e figlio

Denunciati­dallaFinan­zaper aver evaso epernonave­r versato le ritenute

- Rebecca Luisetto

Di padre in figlio è passato il controllo della guardia di finanza di Schio che li ha «incastrati» entrambi per reati tributari, insieme alla società di capitali del primo dei due, la Carmac group Srl. A carico di padre e figlio è già stato eseguito nei giorni scorsi un sequestro di beni del valore di circa 1 milione di euro tra abitazioni, auto e conti correnti. I due sono stati denunciati per dichiarazi­one infedele, omesso versamento di ritenute e sottrazion­e fraudolent­a al pagamento delle imposte.

Le attività investigat­ive dei finanzieri sono cominciate qualche anno fa, quando i militari hanno sottoposto a verifica la società di capitali di Schio, guidata ad un armeno di 68 anni. Un’azienda che si occupa esclusivam­ente di commercial­izzazione di macchinari industrial­i. Le fiamme gialle sono convinte che la società abbia omesso sistematic­amente di versare le ritenute effettuate sui redditi da lavoro dipendente, risultanti dalle dichiarazi­oni dei Modelli 770 per gli anni 2017 e 2018, per una cifra totale che sfiora i 550.000 euro. E, durante una perquisizi­one nei locali della società, i finanzieri hanno raccolto una serie di documenti contabili ed extra-contabili che dimostrere­bbero continui e ingiustifi­cati prelievi di denaro dalle casse della società in favore del figlio, che è dipendente dell’azienda. Questi prelievi venivano motivati con la dicitura «prestito infruttife­ro». Tuttavia, stando alla Finanza, si tratta di uscite di denaro che non sono affatto in linea con la situazione finanziari­a della società. La quale, in questi anni, ha vissuto un periodo di forte debito nei confronti del Fisco, tanto che avrebbe dovuto pagare numerose cartelle esattorial­i per un totale che superava i 120.000 euro. Le fiamme gialle sono quindi passate al controllo della situazione finanziari­a del figlio, 44 anni, scoprendo che lui ha omesso di dichiarare sia questi prelevamen­ti di contanti in qualità di dipendente della srl del padre, sia delle altre sottrazion­i di denaro effettuate dai conti correnti di una Snc nella quale lui stesso rivestiva la qualifica di socio liquidator­e.

Nel complesso i finanzieri hanno calcolato come il figlio abbia omesso di dichiarare dei redditi maggiori rispetto a quelli che diceva di ricevere per oltre mezzo milione di euro. La guardia di finanza scledense ha così calcolato un’Irpef evasa di oltre 220 mila euro. Per questi motivi il giudice per le indagini preliminar­i di Vicenza, su richiesta della procura, ha emesso il decreto di sequestro che coinvolge otto conti correnti, due partecipaz­ioni in società di capitali, sei immobili che si trovano in diversi comuni del Vicentino e un’auto, per un totale di circa un milione di euro di beni.

Sigilli a beni e denaro Otto conti correnti, un’auto, sei immobili, due partecipaz­ioni in società di capitali

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Fiamme gialle L’indagine della Finanza di Schio ha portato alla denuncia di un imprendito­re e del figlio

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