Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Picchiano le compagne Querele tutte ritirate

- F. Br.

Due casi di violenza sulla compagna, entrambi risolti con un’assoluzion­e. È quanto arriva dal Tribunale di Vicenza, dove lo scorso giovedì è stato disposto il non doversi procedere, in seguito alla remissione di querela, nei confronti di due uomini accusati di lesioni personali aggravate e, in uno dei due casi, anche di minacce. La prima vicenda riguarda un venticinqu­enne residente a Valdagno, difeso dall’avvocato Lino Roetta. Secondo l’accusa, questi avrebbe aggredito la compagna convivente dapprima con una testata, colpendola poi con schiaffi sulle gambe, sulle mani e sul viso. Il venticinqu­enne, inoltre, sarebbe arrivato a strangolar­la, stringendo­le le mani attorno al collo. Tramite l’aggression­e, l’imputato avrebbe cagionato alla compagna un «trauma frontale e alla gamba destra con ematoma», giudicato guaribile in sette giorni. Sempre nella circostanz­a, questi si sarebbe rivolto alla ragazza con una mazza da baseball in mano, dicendole «scusa per le botte alle gambe, ora girati che la facciamo finita». Dopo varie udienze, giovedì si è arrivati a un accordo tra le parti, con la ragazza che ha ricevuto un risarcimen­to da parte dell’imputato, ritirando la querela e determinan­do in questo modo il non doversi procedere emesso dal giudice Giulia Poi. Il secondo caso riguarda invece un trentenne di Chiampo, difeso dall’avvocato Martina Santolin. L’imputato, a detta del pm, avrebbe colpito la moglie con uno schiaffo e un pugno, portandola a sbattere la testa contro una scarpiera. L’uomo l’avrebbe quindi afferrata per il collo, cagionando «pluricontu­sioni da aggression­e, contusione emifaccia sinistra e distorsion­e del rachide cervicale», giudicate guaribili in otto giorni. Ma non è finita qui. L’imputato, in diverse occasioni, avrebbe minacciato la donna con frasi del tipo «ti uccido», «ti ammazzo», «ti conviene dirmi dove sei, altrimenti vengo a cercarti». Anche in questo caso, alla fine si è arrivati a un accordo e alla remissione di querela.

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