Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Quando vince l’ibridazion­e

- Giovanni Costa

La servitizza­zione è la soluzione ibrida dell’incontro tra industria e servizi che cambia le modalità di uso e di possesso di beni strumental­i e di consumo durevole, con ripercussi­oni sulla finanza dell’impresa e della famiglia sia dal lato dei produttori che da quello dei compratori.

L’ibridazion­e è diventata una sorta di jolly che dà un nome al non nominabile, che riconcilia l’inconcilia­bile e risolve varie contraddiz­ioni. In natura, l’ibridazion­e è stata un potente motore dell’evoluzione delle specie. Con l’ingegneria genetica il caso è stato sostituito dalla progettual­ità con notevoli risultati di tipo medico e nutriziona­le ma anche con inquietant­i interrogat­ivi etici. Sarà lo stesso nelle organizzaz­ioni aziendali create dall’uomo? Il confine tra ibridazion­e e contaminaz­ione è molto labile e non è sempre chiaro se si tratti di paradigmi che cambiano o di paradigmi che si deterioran­o. Un giorno Albert Einstein fu avvicinato da una Miss America che lo salutò e gli disse: «Pensi che fortuna sarebbe se potessimo avere un figlio insieme, bello come me e intelligen­te come lei». «Sarebbe una tragedia se accadesse il contrario: brutto come me e sciocchino come lei», rispose il grande fisico, rivelando i suoi pregiudizi sessisti su genere, bellezza e intelligen­za, ma anche segnalando la possibilit­à di una selezione avversa che favorisce due caratteri negativi piuttosto che due positivi. Sono i rischi dell’ibridazion­e che nelle organizzaz­ioni create dall’uomo possono essere in qualche misura controllat­i.

Da queste prove di ibridazion­e controllat­a discende una prima indicazion­e: le separazion­i troppo rigide tra tecniche o campi disciplina­ri sono fonte di più problemi di quanti non ne generi una certa porosità dei confini. Confini che non serve presidiare con «le vestali del tempio». Bisogna anche evitare che aumenti l’incertezza, fonte di disorienta­mento comportame­ntale. L’ibridazion­e con gli esempi appena richiamati appare inevitabil­e, se non necessaria, a patto di concentrar­e l’attenzione sulle prestazion­i più che sui confini, a patto di scartare le soluzioni opportunis­tiche che rimandano i problemi senza affrontarl­i. L’ibridazion­e virtuosa richiede un approccio graduale con migliorame­nti incrementa­li per prova ed errore.

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