Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Palù nella task force contro le pandemie «Scelte rapide emirate»
Il virologo: «Non ripeteremo gli errori del passato»
Professor Giorgio Palù, lasciata la presidenza dell’Agenzia italiana del Farmaco ora fa parte del Comitato tecnico scientifico del Biotecnopolo di Siena, il primo Centro nazionale antipandemico d’Italia, varato nell’agosto 2022 e in attesa di partire. Come funzionerà?
«Sarà un’unità centrale di coordinamento che dovrà individuare precocemente e rispondere rapidamente e nella maniera più adeguata alle nuove pandemie, procedere all’approvvigionamento di vaccini e farmaci. Tutto ciò con una task force interdisciplinare composta da epidemiologi, virologi, infettivologi, clinici, immunologi, biologi, matematici, statistici».
Come può contribuire l’intelligenza artificiale?
« Non siamo in grado di prevenire future pandemie ma con l’AI potremo per esempio predire se un virus diventerà pandemico misurando i parametri di contagiosità e letalità, i tempi di diffusione, la sua patogenicità, i sintomi che scatenerà nell’uomo».
Quali sono stati gli errori compiuti nella valutazione e nella gestione della pandemia da Sars-Cov2?
«Prima di tutto non abbiamo ancora stabilito con certezza l’origine del virus, nonostante i delegati dell’Oms siano stati a Wuhan tre volte. Le opzioni sono due: o è stato creato in laboratorio oppure è di origine naturale, cioè è stato trasmesso all’uomo dal pipistrello o da un animale intermedio. Ma ora quel virus non infetta più il pipistrello è non è più stato individuato in
ospiti intermedi».
Gli altri sbagli da non ripetere?
«I cinesi ci hanno detto in ritardo quello che stava accadendo a Wuhan, quindi non è stato possibile anticipare la pandemia. Inoltre i Paesi europei si sono organizzati in ordine sparso, ognuno per proprio conto, nell’approvvigionamento dei vaccini e nella scelta delle modalità della loro somministrazione, dell’età dei riceventi».
Innegabile la confusione nella comunicazione, alimentata anche da medici e scienziati.
«Vero. Per il futuro è necessario che le informazioni alla popolazione siano fornite solo da esperti scelti dalle istituzioni e non da generazioni di virologi sconosciuti alla comunità scientifica».
Sbagliato anche ricorrere al lockdown?
«Se chiudi tutto puoi temporaneamente bloccare la diffusione di un virus, ma non alleni il sistema immunitario a riconoscere l’agente patogeno. Probabilmente la strada migliore poteva essere il cosiddetto stop and go invece di una chiusura prolungata, ma va anche detto che abbiamo appreso strada facendo la contagiosità, la patogenicità, cioè la capacità di creare danni, e la letalità del Sars-Cov2».
Come regolarsi per il futuro?
«In base al genoma del virus, alle sue mutazioni, ai meccanismi di diffusione si potrà stabilire quali soluzioni mettere in atto, oltre ai farmaci da impiegare. Resta valido l’uso della mascherina, che protegge pure dall’influenza».
È servito chiudere le scuole?
«Purtroppo ha esaltato virus con i quali i bambini erano già a contatto, come lo streptococco. E infatti alla riapertura delle scuole se ne è registrato un picco di casi tra i più giovani».