Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Tav, appello di Comune e Consorzio «Iricav anticipi il bacino sull’Onte»

Ilmaltempo di fine febbraio ha fermato i treni, Possamai: non c’è più tempo da perdere

- Federico Murzio

Tav e fiumi, cresce il pressing per anticipare la realizzazi­one della cassa di espansione sul torrente Onte, a Sovizzo, che sfocia sul Retrone. Il sindaco Giacomo Possamai e il presidente del Consorzio di bonifica Alta pianura veneta Silvio Parise hanno chiesto a IricavDue, general contractor per il Tav, di anticipare l’opera al primo lotto, quello oggi in costruzion­e. «Sul Retrone non c’è più tempo da perdere» dice Possamai. «Ho ricordato a IricavDue che se a luglio, agosto il progetto sarà definito i lavori possono già iniziare nel 2025. Non ho ricevuto smentite» aggiunge Parise.

Le parole sono il frutto dell’esperienza di poche settimane fa, con il Retrone che da «figlio di un Dio minore» ha assunto un ruolo di primo piano nelle criticità idrauliche innescate da forti e insistenti piogge. E proprio con questa esperienza s’intreccia la funzionali­tà della linea ferroviari­a. Nei giorni del maltempo di fine febbraio la Milano-Venezia è stata chiusa un paio di giorni causando pesanti disagi sia sul trasporto passeggeri sia sul trasporto merci. Così, spinte soprattutt­o dalle conseguenz­e economiche, le criticità idrauliche ritornano prepotente­mente in agenda. Tanto più di fronte al Tav Verona-Vicenza-Padova e del cosiddetto corridoio Mediterran­eo del valore di circa 7 miliardi di euro (2,2 miliardi solo per il cosiddetto Attraversa­mento Vicenza). In altre parole, condiziona­re o compromett­ere il trasporto ferroviari­o italiano ed europeo per le bizze del Bacchiglio­ne o del Retrone sembra essere diventato un rischio inaccettab­ile. Il bacino sull’Onte è un’opera compensati­va, prevede un invaso di 334 mila metri cubi e l’innalzamen­to, in città, dell’argine sinistro del Retrone all’altezza della zona industrial­e.

Non sembra però essere l’unico elemento di necessità nell’ambito della funzionali­tà sia del Tav e sia nell’ordinariet­à della linea storica. L’altro punto critico è a Borgo Berga laddove confluisco­no Bacchiglio­ne e Retrone e, un altro ancora qualche centinaio di metri prima, laddove il Retrone corre parallelo alla stazione ferroviari­a. Ma se in Regione si sta parlando di un canale di scolo in corrispond­enza di Parco Retrone in grado di portare l’acqua più a valle e attutire se non risolvere il rischio, oggi l’unico progetto concreto rimane la cassa di espanza sione sull’Onte, prevista però nel secondo lotto Tav «Attraversa­mento Vicenza». Palazzo Trissino e Alta pianura veneta, come detto, vogliono anticipare i lavori. Martedì mattina, in un incontro a Verona, Parise ha ribadito la priorità dell’opera ad Alberto Palomba di IricavDue. Oggi è previsto un altro dialogo tra i due manager. Nel frattempo «abbiamo appena concluso un intervento di 3 milioni e 200 mila euro per risagomare il fiume, da Sovizzo a confluenza con Retrone» osserva il presidente dell’Alta pianura veneta che gestisce l’Onte.

Le novità emerse ieri giungono a 24 ore dall’annuncio di IricavDue sull’inizio dell’allestimen­to dei cantieri a Vicenprevi­sto entro fine mese. Si tratta di una ventina di siti di varia natura, quindici dei quali nel capoluogo. «La mappatura – osserva Possamai – offre un’idea della mole degli interventi che dureranno diversi anni». Quindi, aggiunge il sindaco «ci aspettiamo che l’esperienza di gestione dei cantieri già accumulata da IricavDue nella realizzazi­one di altre importanti infrastrut­ture nel Paese si riversi anche su Vicenza». La preoccupaz­ione c’è e ormai si percepisce al tatto. «L’informazio­ne alla cittadinan­za da parte di chi eseguirà i lavori dovrà essere puntuale», l’auspicio di Possamai.

Borgo Berga

È l’altro punto critico del primo lotto del progetto del treno ad alta velocità a Vicenza

Parise (Bonifica) «I lavori sull’Onte possono già iniziare nel 2025 Non ho ricevuto smentite»

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