Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Dialogo diretto con le imprese
«Le regioni del Nordest sono quelle che accolgono di più in rapporto alla popolazione, l’indice è lo 0,21%. E infatti dal 2020 al 2022 i posti letto sono aumentati dall’11,5% al 29,7% del totale italiano, cioè da 959 a 1293. Ma l’accoglienza avviene quasi sempre attraverso i centri governativi gestiti dalle prefetture». I Cas gestiti dalle prefetture assorbono infatti l’ 86,49% dei migranti, con l’acuto del 93,47% rilevato a Treviso. Ed è la seconda notizia: i Sai, cioè le strutture inserite nel Sistema di accoglienza e integrazione istituiti per volontà dei Comuni e finanziati dal ministero dell’Interno, in questa regione non sono mai decollati. «Purtroppo non è facile convincere i Comuni a provare esperienze di questo tipo— ha dichiarato Maria Rosa Pavanello, vicepresidente vicario di Anci Veneto — nella nostra Regione
Molti sindaci evitano di farsi avanti perché temono le proteste delle loro comunità
✓ e le altre tre municipalità ulteriori 25, secondo quanto concesso dalle normative che si sono succedute. Quest’anno però Monticello Conte Otto si è dovuto ritirare perché non ha più l’alloggio sul quale ha potuto contare finora, quindi i posti letto sono scesi da 75 a 69. E sono sempre tutti occupati».
Da chi?
« Da richiedenti asilo in possesso dello status di rifugiato politico che ci invia il ministero dell’Interno. Sono in prevalenza famiglie africane, pachistane, afghane, autorizzate a rimanere sei mesi negli appartamenti del progetto Sai. Durante questo periodo vengono garantiti ai migranti l’insegnamento della lingua italiana, il supporto amministrativo e legale e l’aiuto a trovare lavoro e poi casa. Possono fermarsi più di sei mesi se, a causa dell’attuadi