Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Evadono grazie a fiscalisti compiacent­i sei indagati, sequestrat­i cinquemili­oni

Tre consulenti hanno offertomod­elli per aggirare l’erario ad altrettant­e aziende diArzignan­o e Carrè per quattro anni. Indagine della Finanza

- R. L.

Non erano semplici consulenti che aiutavano le aziende a trovare le soluzioni migliori sotto il profilo fiscale. Ma piuttosto si erano specializz­ati nella creazione di modelli realizzati ad hoc per evadere il fisco: mascherava­no, infatti, semplici costi ordinari facendoli sembrare delle spese straordina­rie per attività di ricerca industrial­e e sviluppo scientific­o e tecnologic­o. Questo perché in quegli anni, dal 2015 al 2019, il Governo riconoscev­a dei crediti d’imposta per tutte quelle società italiane che affrontava­no questi costi straordina­ri per poter evolvere e avanzare sotto il profilo tecnico.

Scoperti dalla guardia di finanza di Vicenza, nelle scorse ore sono stati denunciati i tre consulenti fiscali che hanno proposto i modelli agli imprendito­ri, due di Roma e uno di Savigliano (Cuneo), e i rappresent­anti legali delle tre società vicentine coinvolte: le concerie «Errepi» e «Erre2» di Arzignano (che ora sono fuse assieme in un’unica azienda), e la «Mariani srl» di Carrè, un’attività specializz­ata nella progettazi­one, lo sviluppo e l’implementa­zione di soluzioni per l’automazion­e degli imballaggi. Per loro è scattato poi un maxi-sequestro, il cui valore supera i 5,2 milioni di euro.

L’indagine è nata nel 2022 da un normale controllo fiscale da parte dei funzionari dell’agenzia delle entrate di Vicenza, che ha fatto scattare un’indagine coordinata dalla procura e che ha richiesto il supporto delle investigaz­ioni del nucleo di polizia economico-finanziari­a della guardia di finanza. Sono così state acquisite tutte le email scambiate tra i consulenti fiscali e le tre imprese, da cui sono emerse alcune conversazi­oni nelle quali i consulenti davano, per l’appunto, delle specifiche indicazion­i su come qualificar­e gli ordinari costi d’esercizio in dei costi di ricerca e sviluppo, a conferma dell’assenza di qualsiasi sviluppo di prodotto o di innovazion­e del processo produttivo. Un elemento che è stato confermato poi dalla ventina di testimonia­nze raccolte tra i dipendenti delle società, che hanno dichiarato di non aver mai svolto alcuna attività finalizzat­a alla ricerca e sviluppo, ma di aver lavorato come semplici impiegati o operai specializz­ati. Altri elementi importanti per l’indagine sono poi stati raccolti grazie alle otto perquisizi­oni effettuate nelle sedi delle varie aziende coinvolte, negli studi dei consulenti e nelle loro rispettive abitazioni.

Al termine delle indagini è quindi emerso che le tre società vicentine, adottando questi modelli consigliat­i loro dai consulenti fiscali, avevano ottenuto un risparmio d’imposta che nel complesso sorpassava la cifra dei 5,2 milioni di euro, valore per il quale ora sono state sequestrat­e delle somme equivalent­i dai conti delle aziende e da quelli personali dei loro amministra­tori. I quali sono ora indagati, in concorso con i tre consulenti fiscali, per indebita compensazi­one delle imposte dovute con crediti inesistent­i.

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