Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Costosissi­mo edannoso» Sull’anello ciclabiled­elGarda scoppia labattagli­apolitica

Gli ambientali­sti: civorranno­1,3miliardi. DeBerti: tuteleràvi­teumane

- Di Claudio Trabona

L’Anello col buco. Nel senso dei soldi necessari, che sono tantissimi e potrebbero non bastare, e di un grande percorso a circuito che rischia di non chiudersi mai. La ciclovia del Garda è la più ambiziosa e affascinan­te opera del suo genere in Italia: 144 chilometri di pista intorno alle coste del lago senza soluzione di continuità, tre regioni e 19 Comuni coinvolti, l’ambizione di farne un’attrazione irresistib­ile per ilmoviment­o turistico, soprattutt­o quello internazio­nale.

Sembrava tutto molto bello quando, sei anni fa, fu inaugurata a Limone, sulla sponda bresciana, la prima passerella a sbalzo, ancorata alla roccia, che consentiva ai ciclisti di godersi lo spettacolo della costa a strapiombo del lago più esteso del Paese. Ma ben presto sono cominciati i problemi sul fronte dei costi e della sicurezza. Fino ad esplodere sotto forma di contesa politica, con un inedito rovesciame­nto delle parti: il grande progetto dedicato alla mobilità green per eccellenza è avversato dagli ecologisti. Ed è difeso dagli amministra­tori leghisti delle Regioni Lombardia e Veneto e della Provincia di Trento, che intendono andare avanti con finanziame­nti, appalti e lavori. Nel segno del Fare salviniano.

La spesa impazzita

Il fatto è che l’Anello minaccia di costare un’enormità. I conti li ha fatti in un dossier il Coordiname­nto di Tutela del Garda, che raggruppa associazio­ni ambientali­ste e gruppi di

cittadini: dalle stime iniziali di 194 milioni si è passati, anche per effetto di un allungamen­to del percorso, ai 344,5 milioni dell’agosto 2021. Bazzecole rispetto al calcolo odierno: secondo il documento, il prezzo da pagare è di 1,3 miliardi. «Abbiamo confrontat­o – spiega Maurizio Maffi del Coordiname­nto - l’aumento degli importi per tutti i lotti appaltati in questi anni di impennata dei prezzi e li abbiamo proiettati sull’intera opera. I costi sono aumentati di tre o quattro volte». E questo non solo per l’inflazione, «ma anche a causa di tutti gli interventi per la sicurezza e la mitigazion­e che via via si stanno rendendo necessari». La questione riguarda soprattutt­o l’alto lago, dove le spiaggette lasciano il passo alle falesie a picco sull’acqua e la strada Gardesana, storico budello, lascia pochissimi spazi intorno: la soluzione immaginata, e realizzata per il breve tratto lombardo a Limone, è quella appunto della pista realizzata ad hoc con passerelle ancorate alla montagna. Strutture in acciaio che secondo gli ambientali­sti creano una profonda ferita al paesaggio, e che rappresent­erebbero un pericolo per chi le utilizzerà: dal 1960 ad oggi si sono verificati ben 72 crolli di roccia che hanno invaso le due Gardesane. Alcuni sono recentissi­mi, come quello dell’ 8 marzo avvenuto a Riva nel Trentino. «Il boom dei costi – riprende Maffi - è dato anche dalla necessità di realizzare tettoie, reti di contenimen­to e quant’altro per tutelare i ciclisti dai pericoli dalle frane. Rischi che peraltro è difficile azzerare».

Moltissimo è ancora da fare. Sulla sponda veronese – 239 milioni complessiv­i stimati di spesa per 67 chilometri di percorso - sono appena partiti i lavori per il tratto che va da Torri del Benaco a Garda, verso sud: si tratta di 2,3 chilometri di passerella a sbalzo, agganciata in questo caso alla strada Gardesana. Costo: 17,3 milioni finanziati con fondi Pnrr. È aperto anche il cantiere per il tratto di Malcesine che prevede anche una nuova galleria parallela a quella naturale Navene-Cantone: 750 metri appena, che dovrebbero costare 7 milioni e mezzo. Un milione ogni cento metri.

Vite da tutelare

Sono in corso, poi, tutti i preparativ­i per far partire tra qualche settimana i lavori per il completame­nto del tratto a sud tra Lazise e l’inizio della sponda lombarda. Elisa De Berti, vicepresid­ente della Regione e assessore competente, non arretra: «Finché sarò in carica mi batterò perché questo progetto vada avanti. La Gardesana è la seconda strada più pericolosa d’Italia per ciclisti e pedoni. È una priorità assoluta tutelarli creando un percorso dedicato. Si dice: l’opera costa troppo. Io rispondo: e allora quanto vale risparmiar­e vite umane? Per un ragazzo olandese morto investito lungo la Gardesana, Veneto Strade, quindi la Regione Veneto, è stata chiamata a rispondern­e in una causa internazio­nale. Agli ambientali­sti che criticano e vogliono stoppare tutto chiedo: ve la prendete voi la responsabi­lità di qualche pedone o ciclista ucciso?» Per i tratti più controvers­i gli ambientali­sti propongono l’alternativ­a di una rete battelli elettrici che colleghere­bbe un tratto di ciclabile all’altro. «Ma i turisti vogliono andare in bici, mica scendere di sella!»

No allo scempio

Davide Bendinelli, sindaco di Garda ed ex deputato di Forza Italia (oggi milita in Italia Viva), è uno che sta mettendo un po’ di paletti per il territorio di sua competenza: «Gli ostacoli si supererann­o, ho incontrato nei giorni scorsi De Berti e una soluzione la troveremo. Ma è chiaro che io non autorizzer­ò alcuno scempio. Nel tratto da Torri del Benaco fino al confine del mio Comune stanno già tagliando i cipressi storici (saranno 91 in tutto, ndr), io una roba del genere non la consentirò». Quindi sì alla ciclabile, probabilme­nte con qualche breve interruzio­ne nei punti più problemati­ci del paese: «Senza toccare le spiaggette, senza passerelle a sbalzo sulla costa». E lontano da Punta San Vigilio, perla del lago e del Comune di Garda.

Aurora Floridia, senatrice eletta con Alleanza Verdi Sinistra, è di Malcesine: «Sbagliato dire che i battelli non sono un’alternativ­a, nel Nord Europa sono frequentat­issimi dai ciclisti. Quanto sia tutto problemati­co lo dimostra la galleria ciclopedon­ale in costruzion­e nel mio Comune: finirà nel nulla verso nord, al confine con il Trentino, in un’area dove non mi risulta ci sia adesso alcun progetto. Anche quello è un tratto caratteriz­zato dalle falesie e dalle frane. La verità è che l’anello unico, senza alcuna interruzio­ne, è impossibil­e».

Le associazio­ni

Le cifre sono esplose anche per la necessità di evitare le frane sopra le passerelle a picco sulla costa. Ed è difficile azzerare tutti i rischi

L’assessora regionale LaGardesan­a è la seconda strada più pericolosa d’Italia per ciclisti e pedoni Evitare altrimorti non ha prezzo e io continuerò a battermi per l’opera

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Il primo tratto La passerella a sbalzo inaugurata nel 2018 a Limone del Garda: è un tratto di due chilometri, finora l’unico in esercizio della ciclovia del Garda, opera da 144 chilometri complessiv­i

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