Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Tuteladelpaesaggio, marciaindietro sullagrandeantenna instradadelMegiaro
Il Comune fa marcia indietro sull’installazione di un’antenna per la telefonia mobile in strada del Megiaro, a sudest della città. Una vittoria per i residenti, che hanno firmato un esposto costringendo prima gli uffici comunali ad approfondire il caso e poi l’amministrazione ad avviare l’annullamento dell’istanza di installazione in autotutela. Stando a quanto emerge da Palazzo Trissino, le ulteriori indagini «hanno evidenziato che il progetto non ha ottemperato a quanto previsto dalle norme tecniche operative del Piano degli interventi in tema di tutela del paesaggio». Non ha infatti preso in esame «soluzioni volte a mascherare situazioni antropiche esterne all’ambito», come per esempio l’utilizzo di un palo a sezione ridotta, schermature arboree o l’utilizzo di coni visivi preferenziali. Inoltre «per il tombamento di un fossato seguito davanti all’area di installazione dell’infrastruttura non è stata presentata l’invarianza della portata idraulica».
L’antenna era stata installata dal gestore nei mesi scorsi, a seguito di presentazione di un’istanza dell’8 settembre 2023. Dice l’assessore all’Urbanistica Cristina Balbi: «Si tratta di un’antenna posta in un terreno di proprietà privata, frutto quindi di un accordo tra un gestore telefonico e il proprietario dell’area: nessuno vuole limitare la libertà economica e di investimento ma c’è stato molto sconcerto da parte degli abitanti, che hanno visto sorgere all’improvviso una grande antenna in una zona ancora a forte vocazione rurale, per cui era nostro dovere fare tutti gli approfondimenti del caso». Quindi «è nostro compito fare in modo che il territorio venga tutelato e salvaguardato. Per questo abbiamo agito, in attesa che ci possa essere un percorso di tutela del territorio nel pieno rispetto delle regole». La decisione dell’amministrazione affonda le radici nel «contemperare i diritti del privato con quelli del pubblico, che in questo caso riguardano principalmente la tutela del paesaggio. I tecnici hanno rilevato che il gestore avrebbe dovuto individuare la soluzione tecnologica migliore per limitare l’impatto che impianti come questo generano sul territorio» aggiunge Balbi. Tra 15 giorni si conosceranno le intenzioni del privato. E non è escluso che la vicenda si concluda a colpi di carte bollate. (
Il Comune L’assesore Balbi: «Il terreno è privato ma gli abitanti erano sconcertati»