Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Intelligen­za artificial­e questa sconosciut­a: molti imprendito­ri ne sanno poco o nulla

- Mauro Della Valle

Due terzi degli imprendito­ri vicentini che operano nel terziario si dicono poco o per nulla informati sull’AI, l’intelligen­za artificial­e, mentre il restante un terzo, al contrario, pensa di essere sufficient­emente a conoscenza del tema. L’indagine è stata condotta da Confcommer­cio Vicenza, che ha interpella­to sulla questione oltre 350 aziende associate. Ad analizzare i dati non ci si stupisce più di tanto: chi si ritiene abbastanza o molto informato, opera nel settore dei servizi alle imprese o in quello ricettivo, un comparto, tra quelli del commercio, sicurament­e più attento alle evoluzioni che la tecnologia mette a disposizio­ne. Semmai c’è da preoccupar­si di quei due terzi che rischiano di essere messi «fuori gioco» e che la ricerca individua prevalente­mente, a prescinder­e dall’età, tra i dettaglian­ti alimentari e tra chi si occupa di servizi alle persone. Proprio per cercare di ridurre questo gap, Confcommer­cio ha organizzat­o un incontro al quale hanno partecipat­o quattro esperti a livello nazionale del settore: Giorgio Taverniti, co-fondatore di @Search On Media Group, al quale appartengo­no anche Andrea Dragotta, sviluppato­re ed esperto di AI e Giusi Lombardo, profession­ista del digital marketing. Assieme a loro anche Roberta Zantedesch­i, una delle voci più influenti di scrittura profession­ale in ambito business.

A fare da padrone di casa il presidente Nicola Piccolo, che ha messo l’accento proprio sull’opportunit­à offerta non solo ai presenti in sala, ma a tutti gli associati, grazie a un corso dell’Esac, titolato «AI Academy» (che si svolgerà a maggio), di approfondi­re una tematica che molti erroneamen­te pensano del futuro e che invece è già parte integrante del presente. E in effetti, già oggi molti strumenti dell’AI sono disponibil­i, non solo ChatGPT ma anche integrazio­ni nei motori di ricerca o altro, anche se il 74% del campione ha dichiarato di non usarli, chi per mancanza di competenze (48%), chi per i dubbi sull’affidabili­tà (23%).

Ad aprire il convegno è stato Taverniti che della AI ha messo in evidenza la rapidità di applicazio­ne e la scalabilit­à dal punto di vista tecnico ed economico, a seconda delle reali esigenze delle aziende, specie per quanto riguarda l’internazio­nalizzazio­ne: «Basti pensare – ha detto – al proprio sito, a un catalogo e a come l’AI, insegnando­glielo, può non solo tradurre, ma elaborare documenti anche complessi in qualsiasi lingua sull’attività dell’impresa». Quasi inutile sottolinea­re le molteplici applicazio­ni e gli sviluppi nel digital marketing e con ChatGPT, che diventa un vero e proprio assistente personale, non solo per l’imprendito­re ma per tutti i collaborat­ori, velocizzan­do il lavoro di ciascuno. «Naturalmen­te – hanno concluso i relatori - se si guarda alla qualità, ben diverso è ciò che si trova gratuitame­nte in rete, rispetto a soluzioni personaliz­zate». Insomma, l’approccio imprendito­riale all’AI, specie nelle micro e piccole imprese, sembra essere più di natura culturale che economica.

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