Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’imprendito­re veneto al confine con l’Ucraina «Qui deimissili si parla come delmeteo»

Federico Viola ha un’azienda in Polonia

- Di Pierfrance­sco Carcassi

« Quando è comparso il missile nel cielo dormivano tutti, nel villaggio vicino qualcuno che si era alzato presto, magari per accudire gli animali, lo ha visto». Anche l’imprendito­re padovano Federico Viola dormiva attorno alle 4 del mattino di domenica 24 marzo quando un missile russo - denuncia l’esercito - ha invaso per 39 secondi lo spazio aereo polacco vicino a Oserdow, al confine ucraino, a due chilometri in linea d’aria dalla sua azienda agricola a Setniki. Lì, a novembre 2022, un altro missile, quella volta ucraino, ha ucciso per errore due dipendenti al lavoro nel suo terreno. La violazione dei cieli polacchi ha provocato la richiesta di spiegazion­i da parte del ministro della Difesa. Ma nelle campagne al confine con l’Ucraina dall’incidente di due anni fa la vita ha ricomincia­to a scorrere in una normalità in bilico tra la speranza della fine della guerra e il timore di un’escalation.

Federico Viola, nel 2022 dopo la tragedia dei suoi dipendenti diceva «speriamo che non si verifichi più». Il missile era russo stavolta.

«Stiamo tutti bene. Cosa vuole... Siamo qui. Ho pensato “siamo stati fortunati”. Di carattere sono una persona positiva, se fossi stato negativo avrei dovuto andarmene già dopo la tragedia del 2022».

Il punto in cui è passato il missile è vicino alla sua azienda?

«È passato sopra a un piccolo villaggio di una decina di persone, per circa quaranta secondi. Non lo ha visto quasi nessuno, a quell’ora... Abbiamo la speranza che non capiti nulla e che il conflitto cessi».

C’è tensione?

«Non particolar­mente. Non dico che siamo abituati, ma siamo preparati a queste cose. Viviamo a due chilometri in linea d’aria dal confine ucraino: la gente tratta queste cose come notizie, ne parla quasi come parla del tempo»

In che senso siete «preparati» a questi eventi?

«Non abbiamo costruito bunker o approntato scorte di cibo, nessun preparativ­o simile. Direi che siamo coscienti del luogo in cui ci troviamo e del fatto che c’è già stato un incidente...».

La morte dei suoi dipendenti ha cambiato la sua vita?

«Certo quando si passa davanti al cimitero, che è qui vicino, sulla strada, il pensiero va ai miei ex dipendenti. Il tempo rimargina le ferite e la vita è tornata alla calma, a una certa normalità».

Come vive l’evolversi della guerra?

«Siamo preoccupat­i per le sorti del conflitto: vorremmo finisse ma vediamo che prosegue e non sappiamo dove andrà a finire. Potrebbe succedere di entrare in guerra, ci sono diversi presuppost­i. Ma io voglio pensare che non succeda. Siamo pur sempre dentro la Nato, dovrebbe esserci un certo livello di sicurezza».

Lei ha famiglia?

«Ho una moglie e due figlie, ma si trovano all’estero. Per loro non sono in apprension­e, diciamo che il più esposto della famiglia sono io».

Ha pensato di ritirarsi?

«Non ho pensato di andarmene dopo l’incidente del 2022, non lo penso ora. Dovrebbe succedere qualcosa di estremo. Ma sono un’imprendito­re, che è come un capitano: l’ultimo ad abbandonar­e la nave».

 ?? ?? campi della Agrocom, l’azienda agricola di cui è socio Viola, al confine tra Polonia e Ucraina, uccidendo all’istante due dipendenti
campi della Agrocom, l’azienda agricola di cui è socio Viola, al confine tra Polonia e Ucraina, uccidendo all’istante due dipendenti
 ?? ?? Padovano Federico Viola ha un’azienda agricola a Setniki, in Polonia, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina
Padovano Federico Viola ha un’azienda agricola a Setniki, in Polonia, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina

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