Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mozione approvata in Consiglio, ritorna la clausola anti-fascista

Dibattito in aula acceso tra le frecciate velenose arrivate dal centrodest­ra

- Federico Murzio

Clausola antifascis­ta, il consiglio comunale approva una mozione per la sua reintroduz­ione.

Il dibattito? Sotto il profilo politico tutt’altro che indolore, vuoi per la maggioranz­a di centrosini­stra, voi per l’opposizion­e di centrodest­ra. Giorgio Conte (Fdi), che già poche ore prima in aula aveva definito la «Casa della pace» come un «esercizio retorico di buone intenzioni privo di valore pratico per la città» nell’ambito dell’approvazio­ne del piano triennale delle attività, va all’attacco. «Non chiedo di rinunciare alla vostra dose innata di antifascis­mo viscerale – afferma rivolgendo­si ai banchi della maggioranz­a -. Mi sembra un provvedime­nto che punta solo a piantare una bandierina sul vuoto della vostra attività amministra­tiva». Poi la stilettata. «Chiedere un bollino sulle idee è l’atto più fascista che ci sia» dice.

Il clima in aula è teso. Il dibattito giunge in Consiglio sulla scorta del corteo di sabato promosso per protestare contro la presenza in città del generale Roberto Vannacci, con l’Associazio­ne nazionale

partigiani e gli attivisti del centro sociale Bocciodrom­o (nessun rappresent­ante dei quali ha fatto capolino ieri sera in sala Bernarda) a chiedere il ripristino della clausola antifascis­ta sull’occupazion­e temporanea di suolo pubblico. Un punto, per inciso, per alcune forze della maggioranz­a, in particolar­e per Coaliziote­ranno

ne civica, ampiamente sposato, rivendicat­o e speso durante la campagna elettorale nel tradiziona­le bacino elettorale. Bocciodrom­o compreso. Una clausola, ancora, introdotta durante l’amministra­zione guidata dal sindaco Achille Variati e modificata nel 2020 durante l’amministra­zione di Francesco Rucco, togliendo l’espression­e «antifascis­ta» per sostituirl­a con «l’impegno a ripudiare tutti i totalitari­smi». Nicolò Naclerio, sempre di Fratelli d’Italia, definisce la mozione del centrosini­stra come «un provvedime­nto liberticid­a» e «una cambiale firmata al centro sociale Bocciodrom­o, considerat­o che l’amministra­zione non è riuscita a salvarne la sede ai Ferrovieri » . Simona Siotto (Idea Vicenza) liquida la mozione come «un gesto di antifascis­mo estetico che cozza contro la libera espression­e».

Clima teso, si diceva. La mozione è presentata da Mattia Pillan (Coalizione civica), che ripercorre il background della città e del Paese in tema di antifascis­mo parlando, tra le altre cose, della preoccupaz­ione per la rinascita delle formazioni fasciste. Pillan è interrotto più volte dal centrodest­ra, tanto che i consiglier­i sono chiamati all’ordine del presidente del consiglio comunale Massimilia­no Zaramella. Concetti ripetuti anche da Martina Corbetti (Coalizione civica), con una visibiliss­ima kefiah palestines­e torna to l e po i ut i l e pe r la successiva mozione (un appello per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza che ha provocato ulteriori scintille proprio per le dichiarazi­oni unilateral­i pro Palestina di Corbetti). E concetti ripetuti anche dal sindaco Giacomo Possamai, che rimanda al mittente ogni accezione liberticid­a della clausola, e da numerosi altri consiglier­i di centrosini­stra. Elemento, per inciso, che finora ha contraddis­tinto la maggioranz­a di centrodest­ra (laddove in cinque anni hanno sostanzial­mente parlato sempre i soliti consiglier­i) da quella di centrosini­stra (laddove, su qualsiasi tema non tecnico, prendono la parola praticamen­te tutti).

L’esito è scontato, con la maggioranz­a a votare compatta a favore e il centrodest­ra contro. Con 20 voti per il sì e 7 per il no la mozione è approvata e ora si aprirà l’iter in commission­e per modificare il Regolament­o comunale.

Accuse respinte

Il sindaco Possamai rimanda al mittente ogni affermazio­ne che parla di libertà violata

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Sala Bernarda Il consiglio comunale di Vicenza (foto archivio)

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