Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Mozione approvata in Consiglio, ritorna la clausola anti-fascista
Dibattito in aula acceso tra le frecciate velenose arrivate dal centrodestra
Clausola antifascista, il consiglio comunale approva una mozione per la sua reintroduzione.
Il dibattito? Sotto il profilo politico tutt’altro che indolore, vuoi per la maggioranza di centrosinistra, voi per l’opposizione di centrodestra. Giorgio Conte (Fdi), che già poche ore prima in aula aveva definito la «Casa della pace» come un «esercizio retorico di buone intenzioni privo di valore pratico per la città» nell’ambito dell’approvazione del piano triennale delle attività, va all’attacco. «Non chiedo di rinunciare alla vostra dose innata di antifascismo viscerale – afferma rivolgendosi ai banchi della maggioranza -. Mi sembra un provvedimento che punta solo a piantare una bandierina sul vuoto della vostra attività amministrativa». Poi la stilettata. «Chiedere un bollino sulle idee è l’atto più fascista che ci sia» dice.
Il clima in aula è teso. Il dibattito giunge in Consiglio sulla scorta del corteo di sabato promosso per protestare contro la presenza in città del generale Roberto Vannacci, con l’Associazione nazionale
partigiani e gli attivisti del centro sociale Bocciodromo (nessun rappresentante dei quali ha fatto capolino ieri sera in sala Bernarda) a chiedere il ripristino della clausola antifascista sull’occupazione temporanea di suolo pubblico. Un punto, per inciso, per alcune forze della maggioranza, in particolare per Coalizioteranno
ne civica, ampiamente sposato, rivendicato e speso durante la campagna elettorale nel tradizionale bacino elettorale. Bocciodromo compreso. Una clausola, ancora, introdotta durante l’amministrazione guidata dal sindaco Achille Variati e modificata nel 2020 durante l’amministrazione di Francesco Rucco, togliendo l’espressione «antifascista» per sostituirla con «l’impegno a ripudiare tutti i totalitarismi». Nicolò Naclerio, sempre di Fratelli d’Italia, definisce la mozione del centrosinistra come «un provvedimento liberticida» e «una cambiale firmata al centro sociale Bocciodromo, considerato che l’amministrazione non è riuscita a salvarne la sede ai Ferrovieri » . Simona Siotto (Idea Vicenza) liquida la mozione come «un gesto di antifascismo estetico che cozza contro la libera espressione».
Clima teso, si diceva. La mozione è presentata da Mattia Pillan (Coalizione civica), che ripercorre il background della città e del Paese in tema di antifascismo parlando, tra le altre cose, della preoccupazione per la rinascita delle formazioni fasciste. Pillan è interrotto più volte dal centrodestra, tanto che i consiglieri sono chiamati all’ordine del presidente del consiglio comunale Massimiliano Zaramella. Concetti ripetuti anche da Martina Corbetti (Coalizione civica), con una visibilissima kefiah palestinese torna to l e po i ut i l e pe r la successiva mozione (un appello per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza che ha provocato ulteriori scintille proprio per le dichiarazioni unilaterali pro Palestina di Corbetti). E concetti ripetuti anche dal sindaco Giacomo Possamai, che rimanda al mittente ogni accezione liberticida della clausola, e da numerosi altri consiglieri di centrosinistra. Elemento, per inciso, che finora ha contraddistinto la maggioranza di centrodestra (laddove in cinque anni hanno sostanzialmente parlato sempre i soliti consiglieri) da quella di centrosinistra (laddove, su qualsiasi tema non tecnico, prendono la parola praticamente tutti).
L’esito è scontato, con la maggioranza a votare compatta a favore e il centrodestra contro. Con 20 voti per il sì e 7 per il no la mozione è approvata e ora si aprirà l’iter in commissione per modificare il Regolamento comunale.
Accuse respinte
Il sindaco Possamai rimanda al mittente ogni affermazione che parla di libertà violata