Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Clausola antifascista, Cruciani attacca: «È illiberale»
Clausola antifascista per l’occupazione di suolo pubblico, Vicenza conquista una ribalta nazionale. Meglio: un palcoscenico nazionale. Quello della trasmissione radiofonica La Zanzara a Radio 24, condotta dal giornalista Giuseppe Cruciani. «Quello che io chiamo il bollino rosso – ha detto Cruciani rivolgendosi al sindaco Giacomo Possamai – non serve a nulla, è illiberale». Quindi «in questo modo crei un vincolo che è una forzatura della libertà. Se non capisci cos’è la libertà, sor Possamai del Pd, te la spiego anche con le figurine se necessario». Da Palazzo Trissino non ci sono dichiarazioni ufficiali se non ricordare che «dopo l’approvazione della mozione di martedì, la clausola tornerà in aula il 23 aprile per il ripristino formale». Ossia due giorni prima la festa della Liberazione così prevede dalla tabella di marcia della maggioranza di centrosinistra. Cruciani una settimana fa era in città per la presentazione del libro del discusso generale Roberto Vannacci «Il coraggio vince» e anche allora ha stigmatizzato il bollino rosso. La presentazione è avvenuta con la colonna sonora del corteo di protesta del Bocciodromo, che pure non ha risparmiato critiche anche a Possamai, e del sit-in di protesta dell’Anpi (cui Possamai è intervenuto). Bocciodromo e Anpi chiedevano la reintroduzione della clausola antifascista, cosa per altro già in agenda del sindaco.
Il resto è storia recente: martedì dopo un durissimo scontro tra centrosinistra e centrodestra è approvata la mozione illustrata da
Vannacci con Cruciani
Coalizione civica Pilan: «La clausola c’è in molte città, non capisco da dove nasca tutto questo scontro»
Mattia Pilan (Coalizione civica-VerdiSinistra italiana); folto il pubblico, con esponenti della destra storica in città ma non dell’Anpi o del Bocciodromo. «Sì – ha detto ieri Pilan – ho ascoltato Cruciani, un amico di destra mi ha girato il video. Ma la clausola non è un’invenzione di Vicenza, è stata istituita a Milano nel 2018, città nella quale ha sede Radio 24. Non capisco da dove nasca questo scontro considerato che la clausola è presente anche in molte altre città. Non c’è nessun bollino se tutti ci riconosciamo nella costituzione repubblicana».
Pilan da un lato, e Giorgio Conte (Fdi) dall’altro, sono stati altare e contraltare del dibattito in sala Bernarda. «Chiedere un bollino sulle idee è l’atto più fascista che ci sia» l’attacco di Conte che ha ricordato che la clausola, già introdotta dall’ex sindaco Achille Variati sul finire del mandato, fu sostituita dall’ex sindaco Francesco Rucco con «il più equo ripudio di tutti i totalitarismi». «Limitandosi all’espressione antifascista si riabilita il comunismo e il suo totalitarismo. Gli stessi comunisti che in passato hanno definito le Brigate rosse compagni che sbagliano».
«I comunisti sono stati i più acerrimi nemici delle Br» ha rimarcato ieri Pilan irritato ma a chiedergli se lui stesso è comunista l’interessato ha risposto sorridendo che «io appartengo a Sinistra italiana, forse sono stato comunista in gioventù. Ma essere antifascista non vuol dire essere necessariamente comunista».