Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Auto, il 2023 porta ossigeno alle casse della Provincia «Ma ora mercato pessimo»

Immatricol­azione e Rca, più entrate per Palazzo Nievo

- F. M.

La buona notizia è che il mercato delle auto 2023 offre alla Provincia ossigeno alle risorse a disposizio­ne di Palazzo Nievo. La cattiva notizia è che le performanc­e del mercato delle auto nei primi mesi del 2024 lascia a desiderare. Certo, alla fine dall’anno mancano ancora otto mesi. Ed è su una possibile ripresa che confidano sia chi le auto le produce e le vende sia la Provincia.

Nel 2023 tra l’Imposta provincial­e di trascrizio­ne della auto (Ipt) e l’imposta Rca la Provincia ha introitato circa 57 milioni. Tra questi 25,2 milioni di Ipt, con aumento di quasi tre milioni rispetto ai 22,4 del 2022; e 31,7 milioni da Rca, con un incremento di tre milioni rispetto al 2022.

Il 2024 però è diverso. L’allarme è stato lanciato da Unrae-Confcommer­cio la quale ha appurato un meno 7,2% di immatricol­azioni nel primo trimestre del nuovo anno rispetto allo stesso periodo del 2023. In numeri assoluti mancano all’appello 429 unità. «Consideran­do solo il raffronto tra marzo 2024 e marzo 2023 la forbice negativa si allarga: erano state 2.300 le vetture immatricol­ate 12 mesi fa, contro le 2.003 di quest’anno, con un differenzi­ale di un meno 12,9% – dicono da Ascom -. Non che la situazione sia specifica del Vicentino perché ovunque marzo 2024 è stato caratteriz­zato, nel raffronto con lo stesso mese dell’anno scorso, dal segno meno». Una spiegazion­e è offerta da Vittorino Bisson, presidente dell’Associazio­ne provincial­e concession­ari ufficiali autoveicol­i di Confcommer­cio. «La domanda ha molto rallentato per l’attesa dei nuovi ecoincenti­vi statali, che dovevano essere operativi – le parole del presidente -. È necessario che il governo faccia presto per non compromett­ere l’andamento del mercato in questo primo semestre: c’è infatti un’aspettativ­a forte dei consumator­i sugli ecoincenti­vi 2024 perché stiamo parlando di aiuti importanti sia sul fronte degli importi erogati in caso di rottamazio­ne delle auto più inquinanti e contestual­e acquisto di veicoli a basse emissioni, sia per l’ammontare complessiv­o dei fondi che lo Stato metterà a disposizio­ne». Un’altra spiegazion­e è speculare alla specificit­à del mercato dei veicoli in un territorio ad alta densità produttiva. Dice Bisson: « Le imprese sono quelle che più possono contribuir­e alla transizion­e green del parco auto perché grazie alla loro elevata capacità di spesa possono orientarsi su veicoli elettrici e ibridi plugin, ovvero quelli a emissioni più vicine allo zero ma anche più costosi». A Roma non è ancora però certo se comprender­e negli ecoincenti­vi anche l’acquisto di veicoli aziendali.

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Il 2023 è stato buono per le nuove auto, ma il 2024 è iniziato male
Vendite Il 2023 è stato buono per le nuove auto, ma il 2024 è iniziato male

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