Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Montebello, raddoppia la vasca di laminazion­e contro le alluvioni in mezzo Veneto

Cantiere aperto, il bacino conterrà quasi 9 milioni di metri cubi d’acqua

- Francesco Brun

MONTEBELLO VICENTINO Dopo l’inaugurazi­one dell’invaso sul Bacchiglio­ne a Vicenza sette giorni fa, ora tocca alla messa in sicurezza del Chiampo. Sono iniziati ieri mattina i lavori di ampliament­o del bacino tra Montebello e Zermeghedo. Tramite un nuovo invaso da 2,8 milioni di metri cubi, l’opera si propone di ampliare l’attuale struttura, realizzata tra il torrente Chiampo e il fiume Agno-Guà tra il 1926 e il 1927, con lo scopo di mitigare le piene del primo e contenere quelle del secondo. Un intervento previsto per la messa in sicurezza del nodo idraulico Chiampo-Aldegà-Alpone-Tramigna, che va a interessar­e gli abitanti dei territori provincial­i di Vicenza, Verona e Padova.

Come spiegato ieri dai tecnici della Regione, si prevede di estendere di circa 17 ettari l’attuale area di invaso a nord e a ovest, per un’estensione complessiv­a di circa 155 ettari, con la capacità dell’intero bacino che sarà portata in questo modo da 5,9 a 8,7 milioni di metri cubi. Saranno realizzate due casse di espansione separate da un argine, interconne­sse tra loro, e l’intera opera sarà costruita in tre stralci funzionali, per un totale di 1.340 giorni complessiv­i previsti e un costo totale stimato in 55,6 milioni. Tra i vari amministra­tori del territorio presenti ieri mattina per l’inaugurazi­one del cantiere, i sindaci di Montebello e Zermeghedo, Dino Magnabosco e Luca Albiero, l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin, referente dell’opera, e il governator­e Luca Zaia. Quest’ultimo ha sottolinea­to come i lavori di ampliament­o del bacino facciano parte delle 23 opere di quello che lo stesso Zaia ha definito il «Piano Marshall anti dissesto», costato 2,7 miliardi di euro e resosi necessario in seguito alla tragica alluvione di Vicenza del 2010.

«Questo ampliament­o rappresent­a un’ulteriore possibilit­à di salvaguard­are i territori - commenta il presidente Zaia -. Ora bisogna andare avanti con questo modello anche a livello nazionale, dato che ne abbiamo dimostrato la validità. Dall’alluvione del 2010 è stata fatta moltissima strada: il bacino di Caldogno non esisteva, parliamo di tre milioni di metri cubi d’acqua, e non c’erano nemmeno quello sull’Orolo e quello di viale Diaz. Con questo di Montebello siamo arrivati al giro di boa, ma c’è sempre bisogno di questo tipo di strutture: se fosse per quello che abbiamo in mente noi, riempiremo il Veneto di bacini».

A più di un anno dalla fine dei lavori, giovedì scorso è stato inaugurata la vasca di viale Diaz, a Vicenza, progettata con il compito di salvare la città in caso di un’esondazion­e del Bacchiglio­ne. Ora, gli occhi della Regione sono puntati sul Retrone, che ha destato più di qualche problema durante l’ondata di maltempo che ha tenuto con il fiato sospeso Vicenza a fine febbraio. Oltre all’ipotesi di un canale di scolo all’altezza di Parco Retrone, c’è anche la prospettiv­a di una cassa di laminazion­e sul torrente Onte, maggiore affluente del Retrone, prevista come opera compensati­va per i lavori della Tav a Sovizzo.

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 ?? ?? Ruspe all’opera Cerimonia di apertura dei lavori per ampliare il bacino su Chiampo e Guà alla presenza, tra gli altri, del presidente del Veneto Luca Zaia
Ruspe all’opera Cerimonia di apertura dei lavori per ampliare il bacino su Chiampo e Guà alla presenza, tra gli altri, del presidente del Veneto Luca Zaia

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