Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Il corteo pro Palestina, nell’«altra» piazza in 200 manifestano contro tutte le guerre
L’«altro» 25 Aprile è in un corteo pro-Palestina, circa duecento persone, eterogenee per età ed etnia. Un corteo contro le guerre promosso dal centro sociale Bocciodromo a cui hanno aderito associazioni, partiti, movimenti riconducibili alla galassia dell’antagonismo. Un corteo che è partito da piazza Castello, ha attraversato il centro storico e che nella sua parte meno rumorosa va in piazza dei Signori. Lì c’è la cerimonia della festa della Liberazione: decine di bandiere palestinesi invadono lo spazio. C’è chi tenta di agganciarne una al pennone del tricolore. Tenta, appunto. Il corteo parla del conflitto in corso e gli slogan sono quelli che si ripetono dall’inizio dell’operazione militare israeliana sulla Striscia di Gaza seguita all’attacco terroristico di Hamas sui kibbutz il 7 ottobre. «Il pensiero è al fianco della popolazione palestinese resistente, oppressa e assediata – spiegano i promotori -. Assediata dal sionismo ma anche dal silenzio di tutti i paesi che ne sono comper plici tra cui il nostro». Quindi «commemorare le vittime del fascismo significa prendere una posizione contro il genocidio in corso. Stiamo aspettando: una giunta che ha voluto la clausola antifascista, deve farlo anche rispetto al massacro che sta accendendo» dicono. Il conflitto è anche guerra di propaganda, da una parte e dell’altra, ed è guerra di numeri. E di parole. Così, a margine dell’evento, a chi difende i palestinesi con la leva del numero delle vittime giustificarne le azioni, altri ribattono che nel corso della seconda guerra mondiale la Germania ha avuto più vittime della Gran Bretagna ma non per questo aveva ragione. «Il nostro impegno è semplice – continuano i manifestanti – Se come annunciato Israele entrerà a Rafah saremo pronti a mobilitarci. Bloccheremo le università, i luoghi delle servitù militari, le fabbriche d’armi, le sedi dell’informazione e tutti ciò che finanzia e normalizza la guerra». Parole che richiamano alla mente gli scontri del 20 gennaio, quando un corteo dei centri sociali deviò dal percorso concordato con la questura e si scontrò con la polizia. L’obiettivo? Boicottare gli espositori israeliani a VicenzaOro. Sullo sfondo di una decina di agenti feriti la notizia fece il giro del Paese.
Vittime «Commemorare le vittime del fascismo è prendere posizione contro il genocidio»
Mobilitazione
«Se come annunciato Israele entrerà a Rafah saremo pronti a mobilitarci»