Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Grignani: «Ilsuccesso? Restounmen­estrello»

Il tour «Residui di rock ‘n’roll» oggi all’Hall di Padova: «Scrivo i testi sui muri, come lavagne»

- Francesco Verni

«Iresidui di rock ‘n’roll sono la parte brutta dei ricordi. Quelli si lasciano alle spalle, la musica va sempre avanti. C’è chi lo vive con malinconia, io invece in maniera rock». Gianluca Grignani, deus ex machina del rock d’autore degli anni Novanta, spiega così il titolo del nuovo tour nei club «Residui di rock ‘n’ roll» che, questa sera passerà per l’Hall di Padova ( ore 21.30, info www.hallpadova.it).

Grignani, qual è la motivazion­e che, oggi, la porta a salire sul palco?

«Seguire il cambiament­o. Studio ancora tantissimo, lavoro sempre sullo strumento. Il concerto fa tutto parte di un progetto più ampio, partire dai club, poi fare uscire un libro in estate e, dopo, l’album “Residui di rock ‘n’ roll” che farà parte di una trilogia intitolata “Verde Smeraldo”».

Soddisfatt­o della scaletta del live?

«È venuta bene, e voglio sempre migliorarl­a. È un concerto rock e il mio modo di fare questa musica cambia con me: cresco e per questo ho bisogno di musicisti diversi che mi possono mettere nella condizione di alzare l’asticella sempre di più».

Che cosa era successo nella data zero?

«L’energia elettrica andava e veniva. Siccome l’asticella l’ho messa molto in alto, pretendo un certo risultato. Nei video non si vedeva, ma poi ero tornato sul palco per cantare a cappella».

Ha scritto alcune tra le canzoni più belle degli ultimi 30 anni, quale è quella che ha un posto speciale nel suo cuore?

«Come ha detto Paul McCartney, è sempre l’ultima. Non considero Quando ti manca il fiato che credo sia perfetta, ma mi riferisco a quella che sto scrivendo adesso e che sarà pubblicata nel nuovo album».

Qual è il compliment­o più

bello che le hanno fatto?

«Lucio Dalla a una persona a lui molto vicina disse che per conoscere la musica italiana bisognava solamente ascoltare Grignani».

Sono passati esattament­e 30 anni dal suo primo singolo La mia storia tra le dita, ha qualche rimpianto in carriera o rifarebbe tutto così?

«Non so che cosa sia una carriera. La carriera non l’ho né iniziata né finita: la mia grande fortuna è che il pubblico mi ha sempre spinto avanti. Ho visto amici e amiche capitolare dopo i 50 anni, guardarsi indietro e vedere la loro vita sbagliata. Per me non è così. Si aprono solo porte, grazie anche alle nuove generazion­i».

Per lei, oggi, la musica che cosa rappresent­a?

«Tutta la mia vita. Si può dire tutto di me a parte mettere in dubbio la dedizione assoluta che metto nel mio lavoro. La mia casa è diventata uno studio, i musicisti vengono qui a fare prove, vivono qui, ci dormono pure. I miei testi li scrivo sui muri che sono diventate lavagne. Alla fine la mia musica può piacere o no, ma non si può non pensare che sia tutta la mia vita».

Ascolta molta musica?

«Poco pop, molto blues.

Ascolto tutto, ma mi soffermo sul blues perché è legato a quello che faccio: La mia storia tra le dita è un blues».

C’è ancora spazio per il rock d’autore in Italia?

«Non ne ho idea. So che il blues ha avuto un bambino che si è chiamato rock and roll ma per me il rock è la gente, quelli che non hanno la forza di poter cambiare la propria vita e che di conseguenz­a devono per forza viverla. Io sono solo un menestrell­o, canto di quello, e lo faccio solo con il linguaggio del rock, l’unico che mi appartiene».

 ?? ?? Sul palco Il milanese Gianluca Grignani, 52 anni, uno dei miti della canzone d’autore italiana degli anni Novanta
Sul palco Il milanese Gianluca Grignani, 52 anni, uno dei miti della canzone d’autore italiana degli anni Novanta

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy