Mura crollate: indagati sindaco, predecessore e dirigente comunale
Concluse le indagini a Gualdo Cattaneo, ipotesi di reato colposo De Rebotti: il tema dei dissesti interessa i comuni di tutta la regione
▶ GUALDO CATTANEO - Sindaco, ex sindaco e dirigente dei lavori pubblici del Comune di Gualdo Cattaneo sono indagati per i crolli delle mura urbiche. Secondo la procura di Spoleto sono colpevoli per non essere intervenuti con opere adeguate prima dei due cedimenti avvenuti il 3 aprile 2013 e il 12 febbraio 2014. L’inchiesta è per crollo colposo. Della stabilità del borgo storico ne risponde l’amministrazione, penalmente. Senza l’adeguata prevenzione, la responsabilità viene individuata a prescindere dalla gravità degli eventi naturali, come le forti alluvioni registrate prima delle frane. L'ex sindaco - prima del 2009 - Giancarlo Giancarlini, l'attuale primo cittadino Andrea Pensi - dal 2010 - e Leonardo Fabbretti, responsabile dell' area lavori pubblici del Comune di Gualdo Cattaneo, sono indagati per colpa generica “in cooperazione tra loro” con le accuse di “negligenza, imprudenza, imperizia con sottovalutazione dei segnali di degrado dei parametri murari delle mura urbiche di Gualdo Cattaneo, per le criticità connesse alla gestione delle acque meteoriche e fognarie e di quelle connesse alla stabilità dei tratti di strada ad esse adiacenti”. Ma c’è di più. L'avviso di conclusione delle indagini individua anche la colpa specifica “essendo il Comune proprietario, custode e gestore dei citati beni”, per la violazione degli obblighi che riguardano “la manutenzione e la conservazione dei muri fronteggianti le strade e delle ripe a monte e a valle, omettendo per lunghi periodi di tempo di rilevare lo stato di pericolo e di urgenza - a fronte di criticità e infiltrazioni dei tratti delle mura castellane segnalate dai cittadini già dal 2003 e comunque riscontrate antecedentemente al 2009 - nonché di avviare interventi specifici diretti all’impermeabilizzazione e alla limitazione delle infiltrazioni d’acqua sotto strada, omettendo di provvedere tempestivamente allo studio delle pro- blematiche esistenti e all’approntamento dei progetti”. Contestata di seguito l’omissione “di lavori essenziali ed urgenti per la messa in sicurezza dei tratti interessati e l’interdizione al t ra ffi c o ” .
L’i n d a g i n e condotta dai c a r ab i n i e r i del nucleo o p e rat ivo ecologico rileva anche l’assenza “di opere necessarie per il consolidamento e il restauro della cinta muraria, necessarie a garantire la sicurezza della viabilità di cui le mura urbiche sono sostegno a valle e a mon- te”. Tutte queste lacune, oggetto dell’ipotesi di reato, scrive il procuratore della Repubblica di Spoleto, Patrizia Mattei, “cagionavano il crollo delle mura castellane e di una parte della strada soprastante il centro, che si verificava dapprima in corrispondenza di via della Circonvallazione-via Sant’Agostino per un tratto di circa 30 metri e in seguito in corrispondenza di via Balducci, per 20 metri”. Giancarlini è difeso da Cesare Rocchi, Fabbretti da Pier Luigi Iantaf- fi e il sindaco in carica Pensi, quota Pd, è patrocinato da Luciano Ghirga. Quest’ultimo ha depositato un articolato memoriale, con allegata una consulenza di parte in cui si evidenza che un peso determinante sarebbe in capo alle alluvioni avvenute nei periodi precedenti ai crolli. Pensi esprime “piena fiducia sul fatto che questa magistratura saprà chiarire questa vicenda”. Sul fronte politico sottolinea come il carattere di emergenza sia stata la causa del danno e che per queste criticità provocate dall’imprevedibilità della natura siano sempre di più gli amministratori a rimetterci sul fronte giudiziario, nonostante siano stati progressi- vamente ridotti i fondi di intervento. All’opposto per la procura tutto si poteva prevenire con opere di manutenzione e messa in sicurezza. La stabilità dei borghi del cuore verde, regione fatta di 92 Comuni di cui 60 sotto i cinquemila abitanti con centinaia di frazioni al seguito dove il rischio idrogeologico è alto, rappresenta un problema largamente diffuso, come conferma il presidente Anci (l’Associazione nazionale dei comuni) Umbria e sindaco di Narni Fran- cesco De Rebotti. “E’ un argomento all’ordine del giorno - spiega - che unisce due criticità, quello del dissesto idrogeologico che interessa la regione e la mancanza di fondi a disposizione dei Comuni”. Solo con le ultime piogge in Umbria sono emerse 32 criticità legate a dissesti in 16 aree comunali. Secondo l’ultimo rapporto Ispra ottantadue comuni umbri sul totale hanno al loro interno aree “a pericolosità da frana elevata e molto elevata” . ◀
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Contestate dalla procura negligenza imprudenza Inchiesta del Noe ◢
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In Umbria 82 municipi su 92 riscontrano un rischio frane elevato
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