“L’ospedale non è attrezzato per le punture di insetti”
▶ ORVIETO
Il Sindacato pensionati italiani - Lega comprensoriale dell'Orvietano chiede alla direzione dell'Asl Umbria 2 di dotarsi, presso l'ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto, di un pronto intervento capace di sopperire ai tanti disagi che anche una semplice puntura di vespa può creare, soprattutto tenendo conto del fatto che sono ancora molti gli anziani che, nel comprensorio, trascorrono molte ore all'aperto coltivando la terra. Una richiesta fondata, quella che arriva dal sindacato, con l'avvicinarsi della bella stagione che coincide però anche con l'arrivo di alcune criticità. In particolare per gli anziani che, nell'Orvietano, devono fare i conti con le punture di vespe. Episodi particolarmente spiacevoli e tutt'altro che isolati che, oltre al dolore, possono risultare piutto- sto pericolosi, soprattutto per chi è allergico al veleno che questi insetti iniettano tramite il loro pungiglione. Oltre al danno della puntura, c'è tuttavia la beffa che le persone anziane del territorio in questione devono affrontare in casi del genere. Una lunga scia di disagi che non fa che aggravare una situazione già di per sé problematica. "Sì, perché se si viene punti da una vespa nell'Orvietano, dopo essere andati all' ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto per una prima diagnosi - dichiara il segretario dello Spi-Cgil di Terni, Luigino Mengaroni - occorre recarsi al centro antiallergico dell' ospedale Santa Maria della Miseri- cordia di Perugia, dove vengono effettuati tutti i test e approfondita la diagnosi". "Da qui - prosegue il segretario - ottenuto un pronunciamento medico definitivo per un fatto estremamente comune come, appunto, la puntura di un insetto, si può finalmente fare ritorno all'ospedale orvietano, dove è possibile ordinare i farmaci necessari". Problema risolto, dunque? In realtà non sembra così. Quelle che al sindacato appaiono vere "assurdità" continuano. Arrivato il vaccino, il malcapitato di turno punto da una vespa deve, infatti, recarsi di nuovo all' ospedale di Perugia, abilitato a iniettare il siero. Un viaggio assurdo. ◀