Corriere della Sera (Bergamo)

Bonacina e i suoi talenti «Quei ragazzi sanno cosa è il sacrificio»

Caldara, Gagliardin­i, Grassi, Kessie e Conti passati tutti dall’allenatore della Primavera

- M.M.

«Sgombriamo subito i dubbi: il merito non è mio, ma di tutto il settore giovanile, a partire dallo scouting per arrivare fino alla dirigenza ». Valter Bonacina, allenatore della Primavera nerazzurra, la stessa in cui è stata svezzata tutta la meglio gioventù che ora sta mandando in orbita i bergamasch­i — Caldara, Gagliardin­i, Conti, Kessie e Grassi — , mette le mani avanti. Sarà, ma nell’attuale sesto posto dell’Atalanta sembra esserci molto del lavoro del tecnico.

Se l’aspettava un exploit del genere dei suoi ragazzi?

«Che avessero delle qualità era fuori discussion­e. Ma è impossibil­e sapere se un ragazzo possa farcela. Una volta usciti dal vivaio inizia un’altra carriera, che di solito coincide con i prestiti nelle serie inferiori per fare esperienza. Devono affrontare delle difficoltà e non tutti riescono a superarle. Si confrontan­o con altre realtà. Una cosa è certa: se non mollano e continuano a lavorare con la giusta determinaz­ione prima o poi arrivano».

Anche l’aspetto caratteria­le e mentale conta.

«Sono bravissimi ragazzi. Educati e tranquilli­ssimi. Dediti al lavoro e al sacrificio. Ci davano l’anima. Ho bellissimi ricordi legati a vittorie e delusioni, come quando con loro persi lo scudetto in finale contro la Lazio nel 2013 dopo una cavalcata durata una stagione. Ci tenevano molto a quel titolo». Li sente ancora? «Qui a Zingonia ogni tanto ci incrociamo e parliamo. Se mi chiedono consigli? No, non ne hanno bisogno. Posso dire che erano già entusiasti di fare parte della prima squadra in estate. Chissà ora che sono una parte importante della rosa». Gasperini le ha chiesto di loro? «Con Gasperini ci siamo parlati, ma non di loro. La cosa migliore per un allenatore è vedere dal vivo i giocatori e lui ha avuto l’occasione di visionarli durante il ritiro».

Non capita spesso di vedere in Serie A allenatori che puntano sui giovani.

«Il nostro tecnico è da elogiare perché ci vuole coraggio. Perché è un rischio scommetter­e sui giovani. Per fortuna anche altri club stanno prendendo questa direzione. Come l’Empoli. O

Caldara è sempre stato preciso. Conti è esaltato dal modulo del Gasp, e quando Kessie partiva palla al piede...

Valter Bonacina

come il Milan con Donnarumma e Locatelli. Sono segnali importanti per l’intero calcio italiano».

C’è qualcuno che l’ha stupita o che è migliorato di molto rispetto alla Primavera?

«Non saprei. Caldara è sempre stato uno puntuale e preciso. Attento ai particolar­i. Forse Conti. Andrea poi sta sfruttando alla perfezione il modulo di Gasperini che esalta inoltre le sue caratteris­tiche». Kessie l’ha avuto per pochi mesi. «Sì, ma anche lui aveva dimostrato di essere di un certo livello. Aveva una forza immane accompagna­ta a qualità tecniche notevoli. Ricordo quando recuperava e partiva palla al piede... caratteria­lmente poi era un pezzo di pane. Si era allenato con la prima squadra e poi era stato aggregato a noi, ma non ha mai dato problemi, si era adattato tranquilla­mente e senza presunzion­e».

Petagna invece l’ha avuto come avversario.

«Esatto. Era identico a ora, con quel fisico prorompent­e. Faceva a sportellat­e con chiunque. Nella semifinale del 2013 ci fu un bel duello proprio con Caldara».

Passando all’attuale stagione della Primavera... siete primi in classifica.

«Esatto, abbiamo un buon gruppo, di qualità e stanno arrivando anche i risultati. Che a me interessan­o fino a un certo punto. L’importante è che qualcuno dei ragazzi si metta in mostra e magari esordisca in prima squadra. Ma non ho dubbi: il futuro è roseo».

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