Intolleranti all’aspirina? Guariti in 5 ore
Protocollo al Papa Giovanni con tempi record per il farmaco contro le trombosi
In 5 ore e mezza fa passare l’intolleranza all’aspirina, farmaco cardine contro le trombosi dei pazienti con malattie coronariche. Il nuovo protocollo è stato messo a punto dai medici del Papa Giovanni, e consiste nella somministrazione di dosi crescenti di aspirina, da 1 fino a 100 milligrammi. La procedura ha avuto successo sul 95,4% dei pazienti, mentre gli altri hanno avuto reazioni lievi. Ora lo studio è stato riportato su un’importante rivista scientifica americana.
Parte da uno studio dell’ospedale di Bergamo una cura rivoluzionaria per i pazienti affetti da malattia coronarica. Per evitare trombosi a questo tipo di malati, soprattutto nei casi si installazione di uno stent, l’aspirina rappresenta un farmaco insostituibile, capace di prevenire ischemie cardio-cerebro vascolari. Ma il 2% dei malati ha ipersensibilità all’aspirina, con conseguenze che vanno dall’orticaria fino ad edema della glottide, asma e reazioni anafilattiche. La cura messa a punto nella Cardiologia 1 del Papa Giovanni guidata da Michele Senni (e ora pubblicata dalla prestigiosa rivista americana «Circulation: Cardiovascular Interventions») consiste in un protocollo rapido di desensibilizzazione dall’aspirina.
Nell’arco di cinque ore e mezza il pazienze viene sottoposto a dosi crescenti di aspirina, partendo da 1 milligrammo fino ad arrivare a 100. Lo studio ha coinvolto 330 pazienti con una storia di ipersensibilità all’aspirina, e che sono stati sottoposti alla procedura di desensibilizzazione prima o dopo un intervento di cardiologia interventistica. La procedura ha avuto successo in 315 casi (95,4%) e in tutti coloro che avevano avuto in precedenza uno shock anafilattico. Tra i 15 pazienti (4,6%) in cui la procedura non ha avuto successo, le reazioni avverse sono state lievi e sono state risolte con corticosteroidi ed antistaminici. La maggior parte dei pazienti desensibilizzati e dimessi in terapia cronica con aspirina (80,3%) hanno continuato ad assumere il farmaco per almeno 12 mesi, mentre 62 (19,7%) hanno interrotto la terapia per altri motivi, ma mai a causa di reazioni tardive di ipersensibilità.
«Il nostro protocollo non è il primo in assoluto di desensibilizzazione — spiega Roberta Rossini, cardiologa del Papa Giovanni e prima firmataria dello studio — ma ha il vantaggio di richiedere solo poche ore, a fronte di tempi molto più lunghi solitamente richiesti da altri approcci. È sicuro ed efficace in un ampio spettro di pazienti, a prescindere dal tipo di reazione allergica riportata, e ha coinvolto un numero maggiore di pazienti, compresi quelli con storia di shock anafilattico all’aspirina. L’obiettivo è quello di arrivare a somministrare a tutti i pazienti con malattie coronarica un farmaco essenziale per il prosieguo delle cure».