Corriere della Sera (Bergamo)

SCOPI NOBILI E DISPETTI

- di Armando Di Landro

L’ex procurator­e di Bergamo Francesco Dettori, dimettendo­si dalla presidenza dell’Arac, parla dell’Agenzia regionale anti corruzione come di un «asilo nido per i dispettucc­i tra bambini». La commercial­ista bergamasca Giovanna Ceribelli, componente dell’Arac che fece esplodere lo scandalo sugli appalti per l’odontoiatr­ia negli ospedali, replica sostenendo che le dimissioni di Dettori rappresent­ano, per lei e un altro collega, la «fine di un incubo». Non proprio un quadretto splendido, soprattutt­o perché certe uscite sono, al momento, l’unico prodotto dell’Arac, dopo dieci mesi di attività. Tra tanti dubbi — in particolar­e delle opposizion­i sul rischio che l’Arac non fosse altro che un doppione di organismi di controllo che già esistono in Regione e nelle aziende pubbliche — l’Agenzia era comunque nata con uno scopo nobile, almeno sulla carta: fare attività ispettiva per prevenire altri episodi di corruzione. Obiettivo che al momento sembra naufragato in una vicenda piena di personalis­mi: pare che all’interno dell’Arac non ci fosse nemmeno la consapevol­ezza dei reali poteri dell’Agenzia e mancasse anche l’intesa sul metodo da seguire. Tutto affidato ai singoli, o ancora peggio alle fazioni createsi nel giro di dieci mesi: non fosse esploso il caso con le dimissioni di Dettori sarebbe quasi servito un organismo di controllo dedicato all’Arac. A oggi il messaggio può essere positivo solo per corrotti e corruttori: un’Agenzia di nomina istituzion­ale così allo sbaraglio va oltre ogni loro più rosea previsione.

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