Corriere della Sera (Bergamo)

Campi nomadi scontro sui fondi

I progetti per i sinti a Romano e Trescore

- Tosca

I Comuni di Romano e Trescore partecipan­o a un progetto con la Caritas per trasferire alcune famiglie sinti nelle case popolari. La Lega attacca, ma i sindaci replicano: vera integrazio­ne.

Caritas e comuni impegnati in un progetto per cercare di smantellar­e i campi nomadi, integrando i sinti. L’iniziativa si chiama Racaras e coinvolge nella Bergamasca Trescore Balneario e Romano. Nei giorni scorsi le amministra­zioni hanno deliberato l’avvio: l’obiettivo, oltre a promuovere la frequenza scolastica e l’inseriment­o al lavoro, è l’accompagna­mento delle famiglie nomadi che hanno ottenuto la casa popolare, e devono lasciare i campi. In tutto il progetto prevede l’investimen­to di 76mila euro (47.000 euro della Caritas Italiana, 8.590 della Caritas Bergamo, 6.000 del Comune di Romano , 4.000 del Comune di Trescore , 3.000 delle parrocchie, 1.500 alla coop Mestieri e 4.400 alla Gasparina).

Sull’iniziativa però si abbattono subito gli strali dei leghisti: «In un periodo di profonda crisi questi buonisti non hanno più vergogna di niente — tuona il segretario provincial­e Daniele Belotti —. Per questo famigerato progetto “Racaras” vengono spesi un sacco di soldi e si dà la casa ai nomadi invece di aiutare i bergamasch­i». E mentre il direttore della Caritas diocesana, don Claudio Visconti, si trincera, «ho cose più importanti di cui occuparmi», i sindaci passano al contrattac­co. «Ma Belotti è a conoscenza che questo progetto di fatto lo abbiamo ereditato dall’amministra­zione precedente in cui la Lega era al governo della città? — domanda Sebastian Nicoli, di Romano —. “Racaras” non è nient’altro che la prosecuzio­ne del precedente “Figli del vento”. Bisogna mettere in chiaro tre punti: l’obiettivo è smantellar­e i campi nomadi, coinvolge italiani, non dà nessuna corsia preferenzi­ale per entrare nelle graduatori­e delle case popolari».

A Romano il campo nomadi conta una cinquantin­a di persone nelle roulotte, residenti in città da circa 30 anni. «Tre famiglie hanno ottenuto l’alloggio Aler — chiarisce l’assessore ai Servizi sociali Marta Mondini — quest’anno a Romano ne sono stati assegnati 20. Chi sceglie di lasciare il campo è chi accetta la sfida dell’integrazio­ne e va sostenuto. Così si ferma il degrado e si costruisce sicurezza». «Non mi sento affatto Le roulotte A Romano, in un campo fatto di sole roulotte, vivono circa 50 persone, di etnia sinti, tutte residenti in città da una trentina d’anni buonista — spiega Donatella Colombi, sindaco di Trescore —. Da noi vivono circa 50-60 sinti divisi in 30 famiglie, ma nessuno ha chiesto la casa popolare. Una l’aveva ma le è stata tolta perché non la usava. Il progetto Racaras prosegue sulla strada dell’antesignan­o ”Figli del vento”. È un modo per aiutare questa gente a convivere con la nostra realtà. Si spiega che quando si vive insieme la libertà di uno finisce dove inizia quella dell’altro».

La replica a Belotti «Non è buonismo, chi accetta la sfida di integrarsi va sostenuto»

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