«Non ho mai usato la mia pistola ma averla mi faceva sentire sicuro»
Un imprenditore: la comprai dopo 6 furti, i malviventi mi sfiorarono mentre ero in auto con i bimbi
Sono trascorsi quasi dieci anni, ma se lo ricorda bene. Era una domenica pomeriggio e nella sua azienda era scattato l’allarme. Pensava che si fosse infilato un animale e c’è passato con in auto con i suoi bimbi. «Mi sono trovato sei persone che caricavano del materiale e che per scappare quasi ci hanno investiti». Niente nome, per motivi di sicurezza. Ma questo imprenditore, di 46 anni, è disposto a raccontare la sua storia. Quella di chi, con il mal di pancia, dopo quell’episodio e sei furti, nel 2007 aveva preso il porto di pistola e ora si è visto negare il rinnovo.
Prendere una pistola non dev’essere una decisione facile.
«È stato un peso enorme. Ho riflettuto a lungo prima di decidermi, ma a mali estremi estremi rimedi». L’ha mai usata? «Mai, nemmeno per sparare in aria. Pensi che la caricavo con i primi tre proiettili non letali, quelli che bruciano. Non avrei mai voluto uccidere nessuno, però se devo pensare al momento in cui scatta l’allarme e vado in azienda...»
È mai corso in azienda armato?
«Capitava che l’allarme suonasse una notte sì e una no. Ho sempre preferito aspettare i carabinieri rimanendo nel perimetro. Una volta sola sono entrato, ma per fortuna i ladri sono scappati nei campi». Se non fossero scappati?
«Penso che se arrivano per rubare, non ti affronterebbero». Allora perché portarsi una pistola?
«Ti dà la sicurezza di averla nel caso in cui, invece, non scappino. Uno sparo in aria nel
capannone li spaventerebbe». Armato, rincorrerebbe mai un ladro? «Assolutamente no».
Che cosa pensa dei casi che hanno fatto discutere per l’uso delle armi, ultimo quello di Lodi?
«Non sono in grado di giudicare, tanto meno di condannare. Purtroppo le situazioni vanno vissute per capire che cosa si prova. Mi creda, la paura di entrare in un cancello senza sapere
che cosa si trova è brutta». Di recente le hanno negato il rinnovo della licenza.
«Non me lo spiego. Ho atteso un anno prima che mi rispondessero. Mi hanno convocato i carabinieri, perché nel frattempo avevo cambiato residenza. Mi hanno posto le solite domande e ho spiegato loro che avevo la pistola perché ho un’azienda». Essere imprenditore non basta, ora c’è una stretta.
«Non me lo spiego, anche perché tutti gli anni oltre che pagare il bollo bisogna sottoporsi a una visita del proprio medico e dell’Asl». Non può più girare armato. «Devo lasciare la pistola a casa smontata e così è. Non so se presenterò ricorso, quali possibilità ho, il 20%?» Che cosa le cambia, ora? «Non sono un uomo belligerante, non farei la caccia al ladro, però sapere che puoi sparare un colpo in aria ti fa sentire più sicuro».
Se scatterà l’allarme in azienda?
«Di sicuro chiamo i carabinieri e aspetto loro». E a casa? «In azienda al massimo ti rubano qualcosa, ma se c’è la tua famiglia il discorso cambia. Che poi, chi ha la licenza per il tiro a
Il pericolo «Non farei mai la caccia al ladro, ma un colpo in aria potrebbe farlo scappare»
volo in casa la pistola ce l’ha».
La tendenza è rilasciare il rinnovo solo a chi corre pericoli concreti. Ha subìto furti di recente?
«Solo falsi allarmi. Ma dopo le feste di dicembre, quando ho riaperto è saltato tutto in aria. Qualcuno aveva collegato i fili sterni, 30.000 euro di rame che alimentava tutto lo stabilimento».