Corriere della Sera (Bergamo)

Discarica, Treviglio respira La Regione fa slittare il vertice

Tregua di dieci giorni, il dirigente: «Da valutare ulteriori elementi»

- Pietro Tosca

Nella sua lotta per fermare la discarica di amianto, Treviglio guadagna dieci giorni. Ieri, quasi a sorpresa, è arrivata in municipio una lettera di una riga con cui la direzione generale del Ambiente della Regione Lombardia fa slittare la conferenza dei servizi in un cui era previsto il rilascio dell’ultima autorizzaz­ione necessaria a far partire lo smaltiment­o di 220 mila metri cubi di eternit nell’ex cava Vailata a sud della città (nella foto un capannone fatiscente nell’area), un affare stimato in un minimo di 33 milioni di euro. L’incontro, fissato per il 27 marzo, si terrà il 7 aprile. Un cambio di data motivato per «consentire di valutare ulteriori elementi pervenuti».

Tra questi con tutta probabilit­à figura il voto all’unanimità del Consiglio regionale che chiede di sospendere il procedimen­to in attesa del responso del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dal Comune di Treviglio. Un ricorso che chiede di rivedere la sentenza del Tar di Brescia che nel luglio 2015 ha dato ragione alla Team, la società che vuole aprire la discarica il cui azionariat­o è diviso in due: al 51% del gruppo Nodari e al 49% della Sabb, holding pubblica in cui sono presenti 37 comuni. Quella sentenza è la chiave di volta della partita perché si impegna la Regione a far procedere di pari passo la necessità di bonificare l’ex cava con la richiesta di trasformar­la poi in discarica. Non a caso la Team si è impegnata a sostenerne i costi (3,5 milioni di euro) pur non avendo alcun obbligo.

Treviglio ha sempre contestato questa correlazio­ne e già in conferenza di servizi aveva chiesto di aspettare il pronunciam­ento del Consiglio di Stato. Per questo ha depositato tre istanze a procedere per accelerare la sentenza. Il 9 marzo i dirigenti regionali si erano opposti. Ora, con il peso dell’intero consiglio regionale e il sostegno dell’assessore Claudia Terzi, il quadro potrebbe cambiare.

C’è poi da valutare l’autorizzaz­ione a far partire la bonifica, rilasciata giovedì dal Comune. «Come amministra­zione — chiarisce il sindaco Juri Imeri — stiamo preparando un documento che terrà conto dell’impatto sulla salute della discarica. Abbiamo chiesto proprio all’ex Asl dei dati epidemiolo­gici delle malattie oncologich­e sulla zona». Il Comune intende poi tornare sulla questione della falda che scorre sotto l’ex cava, come ha già sottolinea­to la Provincia, perché in quell’area le acque sotterrane­e non sono a grande profondità e potrebbero finire per lambire l’amianto. Non mollano la presa nemmeno gli ambientali­sti che stamattina terranno un nuovo presidio nell’area dell’ex Vailata. «Continuiam­o a domandare — spiega Giovanna Galli del Comitato tutela ambiente — perché non siano utilizzati gli strumenti di misurazion­e più moderni adottati dalla Regione per capire l’impatto sul territori. Parlo del valutazion­e di impatto sanitario e dell’indice di pressione». Apre un altro fronte interno alla Sabb invece il sindaco leghista di Spirano Giovanni Malanchini che chiederà una verifica dei dati di bilancio a Sabb per valutare i patti parasocial­i firmati con i Nodari nel 2003 al momento di costituire la Team. Secondo quegli accordi, infatti, gran parte dei diritti di stoccaggio finirebber­o per pochi euro alla società di gestione della discarica ancora in mano ai Nodari.

L’amianto da smaltire Il Consiglio regionale e l’assessore Terzi avevano chiesto di sospendere l’iter

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