Chiara, 100 km tutti d’un fiato «E niente dieta»
Milanesi campionessa d’Italia sulla lunga distanza: «E pensare che non curo dieta e allenamenti»
Cronometro Domenica a Seregno Chiara è arrivata prima tra le italiane correndo i 100 chilometri in 8 ore, 34 minuti e 43 secondi
Passato Fin da bambina ho fatto sport: gare di velocità e sci. Ma durante l’università ho smesso di allenarmi per ricominciare nel 2004
Organizzazione Sono avvocato e prima mi allenavo durante la pausa pranzo. Ora mi sono messa in proprio e corro una volta smaltito il lavoro
Socialità Mentre corro in gara parlo in continuazione. A Copenaghen chiacchierai per 25 minuti con un tizio salvo poi scoprire che era straniero
Ci sono donne che festeggiano il compleanno andando a cena, brindando con gli amici o concedendosi un po’ di shopping a spese dei propri cari. E c’è chi, invece, il regalo più bello se lo fa da sé: come Chiara Milanesi che, due giorni dopo aver spento 42 candeline, domenica a Seregno si è laureata campionessa italiana nella 100 km al termine di uno sforzo durato 8 ore, 34 minuti e 43 secondi. «Il titolo nazionale è stato una bella sorpresa, ma mi sono goduta di più le due birre al termine della gara: dopo un compleanno a stecchetto, il brindisi è stato ancor più dolce», commenta soddisfatta la portacolori dei Runners Bergamo. Due birre dopo 100 km di corsa? Chiara Milanesi, più forti le gambe o lo stomaco?
«Sono due miei punti di forza: non sono mai stata attenta all’alimentazione, anche perché per me l’atletica è un divertimento, non un lavoro. Per quanto riguarda le gambe, domenica andavano abbastanza bene». Mai un momento di difficoltà?
«In una gara da 100 km è impossibile non averli. A Seregno ho sofferto tra il 63° e il 72° km, quando stavo inseguendo Cristina Pitonzo, che era prima tra le italiane. Ma era più un problema di testa: in quelle fasi stai correndo da troppo tempo per non sentire la fatica, ma sai che ti manca molto al traguardo». Viene da chiedersi chi glielo fa fare… «Me lo chiedo anche io, visto che da bambina praticavo discipline “tradizionali”, come gli 80 metri ostacoli o lo sci. Durante l’università ho persino smesso di allenarmi».
Dall’aver appeso le scarpe al chiodo alla vittoria agli Italiani sui 100 km il passo è lungo. Come ci è riuscita?
«Mi sono riavvicinata allo sport nel 2004, quando diventai avvocato: mi allenavo un’ora durante la pausa pranzo. Da tre anni mi sono messa in proprio e ho più tempo per me».
Corre con il telefono sotto mano per rispondere ai clienti?
«Mi alleno una volta smaltito il lavoro. Ma, se qualcuno dovesse chiamarmi mentre sto correndo, non rispondo e lo richiamo più tardi dicendo che ero in udienza». Quando ha scoperto le lunghe distanze? «Accompagnando una mia amica a un paio di ultra maratone e Luca Sala negli ultimi 70 chilometri della Ultra Milano–Sanremo, gara di 285 km nata sulla scia della gara ciclistica».
I 100 km sono la distanza maggiore che ha mai ricoperto?
«No, per “colpa” del mio amico Sala, selezionatore della Nazionale femminile, ho disputato anche alcune 24 ore. La prima a Montecarlo, poi Cesano Boscone e, l’ottobre scorso, la partecipazione agli Europei di Albi, in Francia. Non andò bene: la notte prima soffrii per una congestione. Onorare la maglia azzurra portando a termine la prova (per lei 203 km!) fu un calvario». La corsa è una passione di famiglia? «Corre un paio di volte a settimana anche mio marito Mauro, ma solo per farmi un piacere. Lui preferisce la bicicletta, anche perché così non mi sente parlare tutto il tempo». Parla durante le gare? «In continuazione. Una volta a Copenaghen chiacchierai per 25 minuti con una persona dai lineamenti latini, salvo poi capire che era straniero e non capiva quello che gli raccontavo. Successe anche a Siviglia: la persona che stavo importunando mi disse: “Anche se sapessi l’italiano, non avrei il fiato per risponderti”».
Maratona, 100 km, 24ore. Altre mission impossible?
«Mi intriga il triathlon, ma non mi piace il nuoto: come faccio a chiacchierare in acqua? Resto concentrata sull’atletica, anche perché, se mi invento altro, il marito chiede il divorzio».