Trasporti, da tagliare 180 mila chilometri
Mancano almeno 900 mila euro al trasporto pubblico. Lo scorso anno erano stati stanziati 47,7 milioni. Il risultato è che verranno eliminati 180 mila, forse 250 mila, chilometri di corse degli autobus sui 21 milioni macinati in Bergamasca. Albino risente già degli effetti con 35 corse tagliate.
Ci sono da tagliare 180 mila chilometri, forse 250 mila. Da qualche settimana chi va a prendere il solito autobus ha scoperto di avere aspettato inutilmente, perché la linea è stata eliminata. Oppure, se c’è ancora, deve fare giri più lunghi che raddoppiano la durata del viaggio.
La colpa, tanto per cambiare, è dei tagli al trasporto pubblico locale. L’Agenzia di bacino bergamasca fa percorrere ad autobus e tram 21 milioni di chilometri con 47,7 milioni di euro, quasi tutti di provenienza regionale (4,1 vengono da Comune di Bergamo e Provincia per Atb e Teb). Quest’anno Milano ha deciso di erogare subito 40,5 milioni, mentre per il resto bisognerà attendere i calcoli dei costi standard, in autunno. Ma si sa già che mancheranno 900 mila euro: 400 della Regione (che nel 2016 li aveva sborsati come contributo straordinario) e 500 della Provincia, che non ha più un soldo. «Riusciremo a recuperare 400 mila euro con gli aumenti tariffari dell’anno scorso, ma per gli altri serve un taglio di chilometri: dovrebbero essere 250 mila, ma stiamo cercando di contenerli entro i 180 mila — spiega il direttore dell’Agenzia provinciale del trasporto locale Emilio Grassi —. In più c’è l’incertezza sui calcoli dei costi standard: sapremo il totale della contribuzione quando sarà ormai tardi per fare interventi». Nel frattempo partono i tagli: il 40% nel settore Est e il 30% ciascuno nelle aree Ovest e Sud. Al primo settore appartiene la Sab, che dal 1° marzo ha iniziato ad eliminare le corse, agendo soprattutto su quelle meno utilizzate, su quelle che hanno doppioni e sul week end. Sono già state tagliate 48 corse, 36 di sabato pomeriggio, non utilizzate da pendolari o studenti. Da lunedì 3 aprile sparirà la linea S20d Nembro-Alzano, dove però lo stesso tragitto viene coperto dal tram della Teb. «Era un doppione che doveva essere eliminato da tempo», riconosce Grassi. «Proseguiremo con i tagli per tutto l’anno ma non lasceremo a piedi nessuno», assicura Giovanni Piccinni, che come direttore d’esercizio Sab cura 10 milioni di chilometri annui. Sempre da lunedì non ci saranno più cinque corse fra Albino e Comenduno, poco uticoincidenze lizzate e anche in questo caso parallele a un’altra linea da Clusone. Altri 29 interventi riguardano cambi di orari o riduzioni del tracciato.
Nel settore Ovest opera la Locatelli, che sta lavorando di lima: «Dovremo eliminare 50 mila chilometri — annuncia Massimo Locatelli —, ma invece di tagliare linee le abbiamo accorpate o le facciamo arrivare a con l’Atb. Certo, magari dove prima ci volevano 35 minuti adesso serve un’ora. Il problema è che tra Stato e Regione la mano sinistra non sa quello che fa la destra, e tutte e due non sono collegate al cervello. La mia paura è che si scopra di dover fare ulteriori tagli, e magari di dover fare il blocco totale in agosto». «Sto cercando di evitarlo — replica Grassi —. Ci sarà un servizio super ridotto spalmato su tutto il mese, e tutto il ponte di Ferragosto sarà calcolato come festivo».
Insomma, si naviga a vista , e non dev’essere un bel navigare. «Chiamarlo servizio ormai è eccessivo: è stato distrutto e devastato — dice infatti Lorena Colombo, direttrice della Sai di Treviglio, i cui mezzi nel settore Sud percorrono ogni anno 1 milione e 900 mila chilometri —. In tre anni abbiamo tagliato 200 mila chilometri e quest’anno ne elimineremo altri 40 mila. Tutte le linee sono state toccate. Ormai serviamo solo gli studenti e non più i pendolari, e in certe zone e in certe fasce della giornata ormai c’è il deserto. La pianura è stata abbandonata, comprese le aree che dovevano essere servite perché ci sono le stazioni o le fermate del treno. Il contratto di servizio è scaduto il 31 dicembre 2012 e si va avanti con proroghe trimestrali, e di questo passo finiremo con l’avere anche problemi occupazionali. Non ho mai vissuto un periodo del genere in tanti anni. Stiamo cercando di far sopravvivere il servizio ma la cura è dolorosissima».
I fondi Rispetto allo scorso anno mancheranno al servizio almeno 900 mila euro