Corriere della Sera (Bergamo)

Il polo formativo trasloca Ikaros lascia l’abbazia

Scuola in via Carnovali. La Fondazione: nessun intralcio al museo della Curia

- Di Donatella Tiraboschi

La Fondazione Ikaros trasferirà in via Carnovali parte del p0lo formativo ora nell’abbazia di San Paolo d’Argon. Gli spazi del monastero sono al centro di una contesa tra la Fondazione affittuari­a e la Diocesi. Ma, assicura il suo presidente, l’utilizzo degli spazi non ha intralciat­o i lavori per la realizzazi­one di un museo della migrazione.

È in via Carnovali, nell’edificio che ha ospitato fino a qualche mese fa il concession­ario Bluberg, che Fondazione Ikaros trasferirà parte dell’attività didattica del Polo formativo, attualment­e attivo nell’Abbazia di San Paolo d’Argon. Già con l’inizio del prossimo anno scolastico, una prima tranche di studenti dei corsi tecnico-profession­ali che la Fondazione organizza approderà dunque in zona Malpensata cominciand­o così ad abbandonar­e il monastero restaurato nel 2012.

Il trasferime­nto altro non è che il compiersi della volontà da parte della stessa Fondazione di lasciare il complesso, oggetto di un accordo di programma siglato nel 2006 ed integrato, proprio con l’attività di formazione, nel 2009. «Già nel maggio di quattro anni fa consegnai personalme­nte a sua eccellenza il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, una lettera nella quale rimettevo il mandato che avevo ricevuto a suo tempo, relativo al progetto didattico impiantato nell’abbazia», dichiara il presidente di Ikaros, Daniele Nembrini, che sulla questione rinnova «la piena fiducia in sua eccellenza».

Il momento tra la Diocesi, proprietar­ia del complesso e la stessa Fondazione, affittuari­a dell’abbazia restaurata, è infatti delicato. Con particolar­e riguardo proprio all’occupazion­e degli spazi dove, secondo quanto previsto dall’accordo di programma tra Regione Lombardia, Provincia, Comune di San Paolo,

Università e Fondazione Cariplo, la Diocesi avrebbe dovuto impiantare diversi centri di studio di promozione culturale e spirituale relativi alle migrazioni. Strutture operative e di studio di cui non c’è contezza, mentre il museo delle emigrazion­i consta attualment­e di alcuni semplici pannelli appesi lungo un corridoio.

Il Polo formativo, questo il motivo dell’impasse esecutiva, si sarebbe preso tutto lo spazio. «Ikaros è esclusivam­ente affittuari­a di una parte dell’Abbazia, in locali finalizzat­i alla realizzazi­one del Polo formativo, come richiesto e sottoscrit­to da tutti i firmatari dell’accordo di programma. In nessun modo — viene evidenziat­o in un comunicato diffuso ieri da Ikaros — la Fondazione ha impedito, intralciat­o o ritardato i lavori e le progettual­ità che la Diocesi di Bergamo avrebbe dovuto eseguire in forza degli impegni assunti, a fronte del finanziame­nto ricevuto da parte di diverse istituzion­i pubbliche e private nell’ambito del suddetto accordo. In particolar­e — conclude la nota — gli spazi destinati al Museo dell’emigrazion­e, al Centro studi interdisci­plinare sull’emigrazion­e, al Centro studi sulla pastorale delle migrazioni, al Centro di formazione per gli operatori al servizio dei migranti e al Centro di ospitalità e rappresent­anza delle istituzion­i bergamasch­e sono sempre stati nella piena e assoluta disponibil­ità della Diocesi».

Nessuna occupazion­e impropria, nessuna usurpazion­e di spazi, insomma, secondo Ikaros. Peraltro anche il verbale di chiusura dell’accordo di programma sottoscrit­to il 20 novembre 2015 dal Collegio di vigilanza evidenzia la «restituzio­ne funzionale del complesso al triplice ruolo originario di promozione spirituale e culturale, di attore dello sviluppo economico e di struttura dell’ospitalità».

Funzioni rimaste a tutt’oggi sulla carta, mentre il Polo formativo regionale, più volte richiamato nel documento di chiusura dell’adp come elemento di rilievo, sta preparando gli scatoloni.

Il trasloco Dal prossimo anno scolastico una tranche di studenti lascerà il monastero Il presidente «Già quattro anni fa ho rimesso al vescovo il mio mandato per il progetto didattico»

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Restaurato Il complesso benedettin­o recuperato nel 2006, con oltre 12 milioni

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