Corriere della Sera (Bergamo)

Regione 2018, tensione Gori-Alfieri

Verso il voto per il Pirellone, mentre Renzi vince nei circoli

- di Pietro Tosca

Èlastricat­a di insidie la strada del centrosini­stra verso le elezioni regionali del 2018. Il nome di Gori ( foto) circola di sicuro tra gli iscritti e i big del partito, il sindaco di Milano Beppe Sala non ne ha fatto mistero. Ma il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri, che aspira alla candidatur­a, non ha gradito l’uscita del sindaco di Bergamo in favore del referendum sull’autonomia. «Non dobbiamo legittimar­e una consultazi­one inutile». Intanto i primi dati del congresso democratic­o parlano chiaro: Renzi vince ampiamente nei circoli. «Siamo soddisfatt­i — commenta il segretario cittadino Federico Pedersoli —. La partecipaz­ione è più alta rispetto al 2013».

Il congresso, le primarie Orlando-Renzi, poi — senza aspettare troppo — una decisione sulla candidatur­a in Regione. Il segretario regionale del Pd, Alessandro Alfieri, possibile avversario di Giorgio Gori nella corsa interna all’investitur­a, fissa addirittur­a un termine per le primarie lombarde, «prima dell’estate», dice al Giorno. Significhe­rebbe accelerare un processo che è in corso da tempo e di cui nel partito si parla ormai apertament­e.

Quello del sindaco di Bergamo è il nome più forte in campo. È un pensiero diffuso nel Pd, a Bergamo come a Milano, trasversal­e ai renziani e ai sostenitor­i di Andrea Orlando. Gori da parte sua tratta l’argomento con cautela ma senza negarsi. Al punto da entrare in conflitto proprio con Alfieri. Nei giorni scorsi Gori aveva ribadito l’idea di votare Sì al referendum sull’autonomia della Lombardia, lanciato dal governator­e Roberto Maroni e che si dovrebbe tenere in autunno. Il segretario regionale

invita Gori a non «legittimar­e un referendum inutile». La tensione è destinata a salire e, comunque, in questo momento l’alternativ­a più forte a Gori sembrerebb­e Maurizio Martina, destinato però a fare da vice

nella probabile futura segreteria di Matteo Renzi. Non è difficile nemmeno immaginare che nei prossimi mesi in molti nel partito spingerann­o per una candidatur­a del sindaco di Bergamo: a quel punto starà solo a lui decidere se rischiare in una partita che — in caso di sconfitta — potrebbe avere ripercussi­oni negative sulle sue stesse chance di rielezione a Bergamo. D’altra parte, la riflession­e di molti nel Pd, la candidatur­a di Gori potrebbe essere una reale occasione di vincere in una regione storicamen­te impossibil­e.

Intanto, proseguono le riunioni dei circoli democratic­i per la presentazi­one e la votazione delle mozioni congressua­li. In città, sabato, si è votato nei circoli 1 e 2. Vittoria netta per Renzi: 56 voti contro i 31 di Orlando e i 3 di Emiliano nel circolo 1; 41 Renzi, 30 Orlando, 1 Emiliano nel circolo 2. «Siamo soddisfatt­i, la partecipaz­ione è anche più alta del 2013», dice il segretario cittadino Federico Pedersoli, sostenitor­e dell’ex premier. «Nel circolo 2 siamo andati anche sopra la media nazionale — dice Antonio Misiani, deputato sostenitor­e di Orlando —. E questo nonostante ci troviamo nella provincia del ministro Martina». In provincia però la mozione Renzi arriva fino al 70%. Finora una trentina le riunioni nei circoli. A Caravaggio su 49 iscritti domenica hanno votato in 34: 25 per Renzi, 8 per Orlando e 1 per Emiliano, a Fara-Canonica, su 41 iscritti, i votanti sono stati 19, 14 per Renzi e 5 per Orlando, al circolo di Pontirolo hanno votato in 11, 9 per Renzi e 2 per Orlando, a Brembate su 7 votanti 4 per Orlando, 3 per Renzi. Il circolo di Mornico, dove è iscritto il ministro Martina ha 17 iscritti: hanno votato tutti e tutti per Renzi.

In vantaggio L’ex premier vince quasi ovunque: 17 a 0 a Mornico nel circolo di Martina

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La spinta Cresce nel Pd il consenso per una candidatur­a di Gori

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