Corriere della Sera (Bergamo)

Il pratone negato La sfida da Napoli: «Ma noi verremo»

Pontida, la Questura alle Fs: concedete l’area

- Di Maddalena Berbenni

Èconfermat­a la Giornata dell’orgoglio antirazzis­ta, migrante e meridional­e, sabato a Pontida. Restano in forse spazi e modalità. Dopo che le Ferrovie dello Stato hanno negato l’autorizzaz­ione all’utilizzo del prato in via IV Novembre «per policy aziendale», organizzat­ori e Questura sono rimasti spiazzati. I primi vogliono ripiegare su una street parade per le vie del paese, dove scuole, negozi e uffici saranno chiusi. È confermato. In via Noli starebbero invece cercando di convincere le Ferrovie a ripensarci e concedere l’area. Ieri pomeriggio se ne è parlato in prefettura. «Abbiamo un carteggio di due settimane con l’ufficio tecnico delle Ferrovie Nord — attacca Raniero Madonna, tra gli organizzat­ori della marcia —. Ci hanno chiesto persino dove avevamo intenzione di posizionar­e i bagni chimici. Sembra una presa in giro. Se è per policy aziendale, perché non ce l’hanno detto subito?».

L’unica cosa certa, prato o non prato, è che non sono previsti dietrofron­t su Pontida. La Giornata dell’orgoglio antirazzis­ta, migrante e meridional­e (sottotitol­o «Terroni uniti & guest star in concerto») è confermata, con appuntamen­to per sabato alle 14. Ciò che resta da stabilire sono spazi e modalità. Perché dopo il dietrofron­t — quello sì — delle Ferrovie dello Stato, gli organizzat­ori hanno pensato a un «piano B»: una street parade per le vie del paese. Peggio che andar di notte per la Pontida, già sul chi-va-là, delle ordinanze di chiusura di scuole, negozi, cimitero. E allora la Questura proprio in queste ore starebbe cercando di convincere le Ferrovie a ripensarci e concedere la benedetta striscia verde, in via IV Novembre, sulla quale fino all’altro giorno non sembravano esserci problemi.

Ieri pomeriggio se ne è parlato in prefettura al Tavolo per la sicurezza e l’ordine pubblico. Presenti, per l’amministra­zione padana, il sindaco Luigi Carozzi, il suo vice Arveno Mazzoleni e l’assessore al Territorio Emil Mazzoleni. «Nessuna novità — spiegano sulla via del ritorno —, la Questura ci ha solo assicurato che la sicurezza sarà garantita con un congruo numero di agenti». E comunque «noi in Comune non abbiamo ancora visto niente di ufficiale — rimarca il primo cittadino —. Mi sembra che questa manifestaz­ione stia nascendo in modo anomalo. Siamo a due giorni dall’evento e non sappiamo nulla». La contestata ordinanza, però, è confermata. E nonostante la bufera scatenata, Carozzi ne è più che mai convinto: «Io ho sempliceme­nte protetto il centro storico e, soprattutt­o, le scuole — sottolinea —. Se in paese arrivano 500, 2.000, 5.000 persone, il mio dovere è preoccupar­mi dei cittadini. Bisogna mettersi nelle condizioni di una famiglia che aspetta a casa i suoi bambini e magari lo scuolabus arriva dopo mezz’ora. In questi giorni mi hanno tanto deriso perché chiudo il cimitero. Certo, i morti non

scappano, ma bisogna essere realisti. L’ingresso del cimitero, un luogo sacro, è a pochi metri dall’area delle Ferrovie. Fatevi un giro a Pontida». C’è anche un invito: «Spero che sabato ci siano sindaci del Sud e che vengano da me. Offro a tutti un caffè. Anzi, sarebbe bello se venisse De Magistris (il sindaco di Napoli, ndr) così, invece che criticare il lavoro di un collega, capirebbe il perché delle ordinanze».

Al numero con «081» di prefisso, Raniero Madonna, fa il punto della giornata. L’idea della marcia è nata agli attivisti del centro sociale «Insurgenci­a», a Napoli, dopo la visita con tafferugli di Matteo Salvini. Lui è il coordinato­re. «Tutto confermato — dice —. Siamo in contatto con la Questura per capire quali alternativ­e ci possono essere. Ci avevano buttato lì Milano, ma si sono resi conto anche loro che non se ne parla. Per ora, l’idea è quella di una manifestaz­ione itinerante». Nella conferenza stampa del mattino lo aveva già anticipato Egidio Giordano: «Faremo una manifestaz­ione bella, colorata, pacifica, terrona. Invitiamo anche i cittadini di Pontida». E sulle Ferrovie: «Prima — attacca Giordano — ci hanno detto che era tutto a posto e poi ci hanno comunicato il diniego a pochi giorni dalla manifestaz­ione. Pensiamo che sia inaccettab­ile proibire una manifestaz­ione culturale, antirazzis­ta, che parla di solidariet­à. Una manifestaz­ione che prova a distrugger­e quello che per trent’anni in Italia è stato il simbolo del razzismo contro il Sud. E distrugger­lo come? Promuovend­o gli artisti del Sud. Questo ci sembrava il modo migliore per rispondere al razzismo della Lega». Un messaggio è arrivato anche dallo scritto Maurizio de Giovanni, che sarà a Pontida: «È una vergogna — pensa —, la nostra è un’offerta culturale e il regalo pacifico di un concerto di artisti di valore internazio­nale, un ponte in risposta a un muro. Non si imbavaglia un sentimento, come la storia di un Paese».

Maurizio de Giovanni La nostra è un’offerta culturale con artisti di valore, è un ponte in risposta a un muro

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Documento La lettera di Rfi e, a sinistra, il prato dove era programmat­o il concerto a Pontida

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