«Ubi, crescita glocal senza localismi»
Moltrasio: non localismi ma legame forte con il territorio
Le riflessioni del professor Tancredi Bianchi, esposte sul Corriere Bergamo di martedì 18 aprile, offrono la possibilità di chiarire alcuni concetti attuali relativi a Ubi Banca, da me già illustrati nell’ultima Assemblea dell’istituto e prima ancora emersi e trattati nei recenti incontri con i soci organizzati in molte città italiane in preparazione della stessa. Internet Rassicuro che le strategie di Ubi hanno da molto superato il «primo stadio» così come definito nell’articolo. Big data e applicazioni «mobile» sono all’ordine del giorno; la controllata IW Bank sperimenta da tempo modalità innovative di gestione dei rapporti con i clienti.
Autoriforma «Con la Banca Unica ridotto da 516 a 148 il numero degli amministratori»
L’evoluzione di QuiUbi, la piattaforma di Internet banking del Gruppo, è inoltre evidente a chiunque la utilizzi. Anche le filiali, infine, cambieranno presto natura e configurazione. Dimensioni e quote di
mercato. Proprio Internet e mondo globale, ma anche regolamentazione e conformità alla stessa, richiedono investimenti sempre più importanti e quindi crescere, come con l’offerta per l’acquisizione delle tre banche, è una necessità, non una scelta.
Territorio. Chi non ha vissuto il legame tra idee e persone nei diversi spazi economici nel mondo, ma soprattutto nel nostro Paese, comunità o cluster che siano, confonde spesso globalizzazione con cancellazione di dinamiche territoriali così ben descritte da Giacomo Becattini o da Michael Porter (pensieri assonanti, eppure scuole così lontane tra loro!). Dove è proprio nella globalizzazione che si gioca il ruolo competitivo degli investimenti locali in infrastrutture materiali e immateriali, in nuove imprese e produzioni, in qualità della vita.
Non ha niente a che fare con il famigerato localismo! Ubi in questa fase storica non deve perdere questo tratto distintimunerazione
vo nell’orientare la crescita nelle aree in cui è presente, così come per Bergamo il ruolo di Ubi è stato fondamentale per aeroporto, università, scuola, solidarietà, start up, divulgazione tecnico scientifica e valorizzazione del patrimonio culturale. Perdere questa capacità vuol dire morire.
Remunerazioni Consigli di Sorveglianza. Nessun membro del Consiglio di Sorveglianza e di Collegi Sindacali del gruppo Ubi percepisce re-
variabile o incentivazioni di alcun tipo.
Governance. Non corrisponde al mio pensiero il fatto, riportato nel citato intervento di martedì, che «non esistono problemi di governance» in quanto negli ultimi quattro anni mi sono occupato prevalentemente di questa materia. Prima come banca cooperativa con l’implementazione di un’autoriforma innovativa e unica che avrebbe intrinsecamente modificato e modernizzato la banca e che ha aperto con facilità il percorso verso la società per azioni; riducendo da 516 a 148 il numero degli amministratori del gruppo con la Banca Unica e del 67% il costo della governance rispetto all’anno di costituzione e cioè il 2007; alzando i requisiti professionali e comportamentali dei consiglieri; snellendo i lavori dei consigli (da 23 consiglieri a 15 nella Sorveglianza, da 11 a 7 di cui 4 manager nella gestione); inserendo salutari limiti d’età e di mandati per il presidente e il suo vice; organizzando il funzionamento del Consiglio di Sorveglianza e inviando via Internet almeno 5 giorni prima la documentazione, facilitando così la dialettica interna; creando adeguati meccanismi di Check and Balance con la Gestione, come apprezzato dalla Bce. Praticamente una rivoluzione silenziosa, incisiva e lontano dai luoghi comuni o da approcci teorici e solo giuridici al tema del governo societario. Non solo, non è finita: siccome il mutamento delle condizioni economiche di una banca è rapido, anche il suo governo deve essere dinamico. Per questo, come il Consiglio di Sorveglianza di Ubi ben sa, presto si riparte per un approfondimento delle questioni inerenti i meccanismi funzionali della governance, senza pregiudizi, senza logiche di potere, senza verità preconfezionate, ma con il consueto approccio razionale, visto il futuro che ci attende.