Corriere della Sera (Bergamo)

Studenti umiliati, spunta un video

Aeronautic­o, il giudice respinge il patteggiam­ento a un mese per il preside

- Di Giuliana Ubbiali

Alcuni compagni hanno girato un video con il telefonino, mentre il preside versa la Coca Coca e la schiuma da barba su due studenti. È agli atti. Giuseppe Di Giminiani è imputato di abuso di mezzi di correzione nei confronti di tre studenti dell’Aeronautic­o Locatelli. Episodi che ridimensio­na a uno «scherzo». Intanto, però, il giudice ha respinto il patteggiam­ento a un mese su cui imputato e pm avevano trovato l’accordo.

Lui l’ha definito uno scherzo, il pubblico ministero un abuso di mezzi di correzione. Il preside dell’Istituto Aeronautic­o Locatelli, Giuseppe Di Giminiani, e il pm Davide Palmieri avevano anche trovato un accordo. Patteggiar­e un mese, convertito in 7.500 euro, per la Coca Cola e la schiuma da barba versate su due studenti sedicenni, nella sala mensa piena di compagni, e il cartello con scritto «sono un succhia c...» con cui era stato fatto girare per le classi un terzo futuro pilota. Ma l’accordo non ha superato lo scoglio del giudice Vito Di Vita, che ha ritenuto troppo bassa la pena (è fino a 6 mesi per questo reato) e ha rimesso la decisione ad un altro giudice, Donatella Nava. Se ne riparla il 2 maggio, anche se l’avvocato Carlo Boni che difende il preside ha già anticipato la richiesta di rito abbreviato. Processo sulle carte, o comunque sulla base di quello che c’è già agli atti, dunque. In aula potrebbe finire un video girato da alcuni studenti che hanno ripreso la scena incriminat­a, in mensa, nell’ottobre 2015 (l’altro episodio è di due anni prima). È arrivato alla famiglia del sedicenne che ha denunciato Di Giminiani e che si è costituito parte civile. Il solo dei tre. All’atto della querela, il suo avvocato Loris Panfili, di Milano, ha prodotto le immagini. Solo questo ragazzo si è sentito umiliato e ha lasciato la scuola. Gli altri l’hanno presa sul ridere: «Ce la siamo mecompagna, ritata». La loro reazione è indicativa di quanto il preside sia ben voluto dai «suoi» ragazzi. Lui si definisce «come un padre» e per lui la scuola è «come una famiglia». Ha fondato l’istituto nel 1990. Convitto, divisa, feste per la consegna dei diplomi con ospiti e madrine vip: non è una scuola per tutti, e chi c’è chi ha tirato la cinghia per mandarci il figlio. Il preside ci lavora, ci vive, ci dorme (in convitto a Madone), trascorre luglio e agosto con i nuovi iscritti in qualche località di mare. Di Giminiani è l’Aeronautic­o. Lì non si fuma, non si mastica il chewing-gum «perché fa male ed è irriguardo­so» e quando entrano in classe i professori ci si alza in piedi. I tre ragazzi a detta del preside (intervista­to dal Corriere ad agosto) sono stati bersaglio solo della sua «goliardia». Chi si è preso «uno shampoo. Lui lo faceva agli altri, io l’ho fatto a lui». Chi una lezione: «Aveva insultato una ma non l’ha vissuta male perché sapeva quello che aveva fatto». I ragazzi hanno infranto le regole della buona convivenza, è la versione del preside. Ma lui, ha ritenuto la procura e il giudice ha rincarato la dose con il no al patteggiam­ento, ha superato il limite. Anche se del metodo Di Giminiani, assicura il preside, nessuno si era mai lamentato.

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